I riflessi vestibolo-oculari (VOR) rappresentano la capacità di mantenere gli occhi su un obiettivo mentre muoviamo la testa. Tuttavia possono anche essere soppressi permettendo quindi di girare gli occhi e la testa insieme. Cioè con la volontà, mentre giriamo la testa perché attratti da un suono possiamo girare gli occhi nella direzione del suono.
Poiché dalle centraline vestibolari (nuclei vestibolari) posizionate nel ponte del tronco encefalico deriva una parte del cervelletto, è più utile considerare l’intero asse occhio/vestibolo/cervelletto come un’unica unità. Ciò significa che quando parliamo di movimenti oculari possiamo sempre analizzarli anche da un punto di vista cerebellare, o da un punto di vista vestibolare. Ciò significa che se i VOR non sono un granché è verosimile che si possano evidenziare altre funzioni cerrebellari non al massimo della loro potenzialità.
Se, quindi, il cervello fosse un fiore il cervelletto sarebbe sbocciato principalmente dai nuclei vestibolari.
Inoltre, i riflessi oculo-vestibolari sono fratelli di sangue dei riflessi vestibolo-spinali. Questi ci permettono di non dover pensare a quali muscoli della colonna vertebrale contrarre per non cadere quando camminiamo, ci giriamo, corriamo.
Proviamo a seguire questa dinamica: un bimbo di cinque anni ha in mano il nuovo cellulare di papà. Papà vuole sempre comunicare prima di agire, quindi guarda fisso negli occhi il bimbo e gira la testa a destra e a sinistra dicendogli: “No, no! Questo è di papà e si rompe”. Sta usando i suoi VOR per mantenere gli occhi fissi in quelli del bimbo mentre gli comunica di lasciare il telefonino. Neurologicamente i suoi riflessi vestibolo-spinali gli fanno contrarre i muscoli della colonna vertebrale in modo ritmico alla stessa velocità del capo per stabilizzare la colonna ed evitare strappi muscolari. Se papà ha problemi nell’efficienza dei suoi riflessi vestibolo-oculari e vestibolo-spinali quando fa per muovere la testa magari gli viene una fitta al collo, si piega in avanti e il nostro bimbo può fare quello che vuole del telefonino. Se poi la smorfia di dolore del papà distrae troppo il bambino potrebbe anche lasciarlo cadere a terra.
Continua…