I movimenti oculari saccadici sono molto veloci, così veloci che si potrebbe non percepire che gli occhi si muovono. Sembra che passino da una posizione all’altra senza “arrivarci”, come se scomparissero e riapparissero in un’altra posizione. Di questi movimenti oculari ne facciamo circa 200mila al giorno. Tra chi fa duecentomila saccadici super veloci e chi ne fa pochissimi e super lenti c’è un’infinita combinazione di situazioni e di “stati di integrazione centrale” con varie forme di lentezza, inaccuratezza, dismetrie, ecc. Come di tanto in tanto viene sottolineato, ogni aspetto neurologico cerebrale ha sempre una corrispondente componente motoria. Se ho problemi di velocità nei movimenti rapidi oculari verosimilmente avrò problemi motori (lentezza, debolezza, rigidità) agli arti del lato opposto al lobo frontale interessato. Non deve essere necessariamente un problema motorio evidentissimo; spesso è minimo, moderato, ma è lì presente a testimoniare una dinamica che si sta verificando. A volte le persone realizzano che hanno poca forza quando cadono loro oggetti dalle mani mentre erano anni che magari avevano rinunciato ad aprire il tappo di una bottiglia.
I movimenti rapidi oculari (saccade) sono direttamente correlati alle funzioni cerebrali albergate nel lobo frontale. Così come sono rapidissimi, così i pensieri sono rapidissimi. Fare associazioni di idee, passare da un pensiero all’altro, immagiare passaggi di un discorso logico e trovare una soluzione, pensare ad un viaggio e immagiare le sensazioni che si proveranno, sono tutti passaggi mentali (cognitivi) che avvengono molto velocemente. Velocemente come i movimenti rapidi oculari. Infatti quando si è stanchi mentre si fa fatica a pensare, le saccadi sono molto lente.
Il 90% dei problemi neurologici sono funzionali; il che significa che sono in attesa di essere corretti. E quando ci sono condizioni neurologiche organiche (cioè danni non recuperabili) spesso parte dei sintomi sono funzionali e possono essere recuperati, corretti rallentando la progressione di condizioni neurodegenerative.
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