Il campo gravitazionale esercita in modo costante una forza a cui il corpo deve opporsi o assecondare durante le attività quotidiane. Tutti, tranne gli stimoli gravitazionali, sono transienti; cioè lo stimolo arriva e poi decade, ad esempio la luce/buio, il tatto, l’odorato (un odore c’è e poi scompare) ecc. Ogni attività motoria deve sempre tenere conto della forza di gravità perché questa c’è sempre. Il sistema vestibolare è organo doppio (uno per ogni lato) che registra i movimenti del capo in tutte le direzioni ed è intimamente, riflessogenicamente, collegato agli occhi e alla colonna vertebrale per far sì che abbia adeguamenti posturali durante i movimenti del capo (o dell’intero corpo) congrui all’ambiente gravitazionale in cui siamo immersi. In altre parole, se giro la testa rapidamente da un lato o se vengo spinto questo meraviglioso sistema fa sì che io non cada a terra cedendo all’azione della forza di gravità.
Per avere un’idea considerate un bimbo di 14-16 mesi che cammina già solo; se viene distratto da qualcosa e gira la testa da un lato è verosimile che cada perché i suoi meccanismi vestibolo-spinali non sono ancora ben raffinati, le risposte sono insufficienti e la forza di gravità ha la meglio attirando il culetto del bimbo verso il centro della terra, fermandolo sul pavimento. Il sistema vestibolare è un po’ un tutt’uno con l’orecchio. Infatti, anatomicamente è situato nell’orecchio interno.
Il sistema vestibolare è filogeneticamente molto antico quindi per la legge dell’Innervazione Originale Ritenuta molte, direi quasi tutte, le altre funzioni neurologiche, dipendono direttamente dal buon lavoro vestibolare. Il cervelletto, che si trova sotto e dietro il cervello, si può considerare come un’espansione evoluzionistica dei nuclei vestibolari e una parte del cervelletto infatti viene identificata come vestibolo-cerebellum.
Il sistema vestibolare, che funzionalmente può essere più ampiamente descritto come oculo-vestibolo, vestibolo-spinale, vestibolo-cerebellare, è così centrale/necessario a tutte le altre espressioni umane che possiamo dire che dai 0 ai 2-3 anni di età il bimbo non fa altro che sviluppare e migliorare i suoi meccanismi oculo-vestibolo-spino-cerebellari. Di concerto a questo lavoro organizza la sua corteccia cerebrale e comincia a parlare e sviluppa la personalità.
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