Nhor concepisce la musica alla stessa maniera in cui un uomo potrebbe esplorare un bosco, immerso nella natura e circondato da piante, arbusti e fiori. Momenta Quintae Essentiae è in tal senso a collection of spaces and thoughts e s’inserisce all’interno della sua produzione in veste di ritorno all’innocenza. La natura viene catturata senza esprimere alcun giudizio o interpretazione ed è riconsegnata all’ascoltatore come un umile dono, sorretto dalle esili note di chitarra acustica e piano, solo di rado accompagnate da pacate linee vocali. La materia folk viene dunque spogliata ancor più della sua esteriorità, mantenendo un profilo volutamente essenziale e disincantato: The music I have captured is only a reflection of the moments that I have uncovered. As each new melody develops it should be followed by the listener, and given room to grow as if it was a thought that had blossomed into your contemplation. Trattasi di un concetto tanto semplice da risultare arduo da afferrare, perché persosi nella ripetitività dei gesti quotidiani. Recuperarlo equivale a entrare in una dimensione parallela, cui forse non si è più abituati. Nhor non rappresenta l’unico esempio di neofolk acustico minimale e chiunque abbia apprezzato l’operato di October Falls o Nest, saprà fare propria la limpida bellezza di “Ante Primam Lucem”.
Dischi lupus lounge, nhor, prophecy productionsMagazine Musica
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