Nichi, ma quali primarie, il big bang lo fa Renzi! (di Claudio Grassi). Renzi è uomo del Vaticano: è l’icona mediatica di una cultura conservatrice, rassicurante ma crudele. E l’alternativa di sinistra di cui si sente tanto la necessità

Creato il 02 ottobre 2012 da Cremonademocratica @paolozignani

La riflessione di Claudio Grassi sulle primarie, inserita nella newsletter della segreteria cittadina di Rifondazione,  merita di essere letta, anche perché rende noto alcuni aspetti meno noti delle primarie. Aggiungo una considerazione sul sindaco di Firenze Matteo Renzi, forte di un’apparato mediatico e debole perché infarcito di idee conservatrici e prone al Vaticano. Quel cimitero dei feti del Comune di Firenze è un monumento all’assurdità e alla testardaggine del fanatismo della lotta alla legge 184, una legge contro l’aborto clandestino. Contro l’aborto chi c’è? Io no, forse nessuno.

Nichi Vendola, Presidente della Puglia ed esponente di spicco di Sinistra e Libertà, parla a Piazza Farnese (Roma) il 21 Marzo, in occasione della presentazione della lista

La donna, ma anche l’uomo, seguono un innato istinto materno e paterno. Nulla di più naturale desiderare un figlio. Ci sono casi che rendono tragica questa scelta. Può accadere che la donna non possa concludere la gravidanza per gravi problemi, sui quali deve decidere la donna stessa, non certo lo Stato o la Chiesa. Matteo Renzi ha il faccia tosta di cavalcare queste tragedie. Non sarà al centro della sua campagna per le primarie, però il segnale è stato dato. Renzi è col Vaticano. Renzi ha parlato di chissà che con Berlusconi, a casa sua, ma del tunnel tav di Firenze non ha parlato mai. Bastano questi pochi, pesanti elementi per comprendere che Renzi non ha autonomia di movimento e non è portatore di alcune innovazione.

Quando nel 2005 Rifondazione Comunista decise – a maggioranza – di partecipare alle primarie di Prodi in molti nel Prc esprimemmo un parere contrario. La nostra critica era sull’uso dello strumento in sé. Ritenevamo che le primarie fossero sbagliate in quanto tali, perché alimentavano il processo di personalizzazione della politica. Ed eravamo anche critici sulla scelta di avviare un percorso che ci portasse alla partecipazione al Governo senza precisi impegni programmatici. A distanza di sette anni si può ragionare anche criticamente su quelle posizioni che assumemmo (è vero, per esempio, che in alcuni casi le primarie hanno consentito di eleggere sindaci di sinistra che altrimenti non sarebbero mai passati: Pisapia, Zedda, Doria, lo stesso Vendola in Puglia. Ma è altrettanto vero che in molti altri casi hanno fatto emergere elementi di corruzione e di compravendita di voti). In ogni caso quella esperienza ci portò ad una grave sconfitta politica. Il tentativo di condizionare il centro sinistra attraverso la nostra presenza all’interno e la forza dei movimenti dall’esterno, si rivelò fallimentare. Sotto il ricatto di non far cadere il Governo e – quindi – di far tornare la destra fummo costretti a votare provvedimenti che dilapidarono la credibilità che avevamo acquisito negli anni passati. Si ruppe il rapporto con i movimenti e si creò una forte delusione tra i lavoratori. Il risultato fu che – dopo meno di due anni – tutta la Sinistra fu estromessa dal Parlamento. Dentro Rifondazione Comunista  si aprì il percorso per una ennesima scissione. Oggi – come se nulla fosse successo – Nichi Vendola annuncia che parteciperà alle primarie del centrosinistra. Penso sia un grave errore politico. Non solo rimuove le difficoltà che abbiamo vissuto, perché partecipare alle primarie significa poi accettare di votare tutto quello che decide la maggioranza della coalizione, ma non considera che oggi il quadro politico ed economico è molto più arretrato del 2006. La cosa che mi impressiona di Sel – nel fare questa scelta di internità al centro sinistra – è la completa rimozione di quanto accaduto sia nel 1996 che nel 2006. Quali sono oggi gli elementi che potrebbero far pendere il pendolo in senso positivo? Mi sforzo di cercarli, ma non li vedo. Al contrario vedo una situazione ancor più difficile. Il Pd ha votato il Fiscal Compact, la riforma Fornero, abolizione dell’art.18  e mi pare difficile che un partito accetti di sopprimere delle  leggi che ha appena votato! Per non parlare delle missioni militari. Sullo  sfondo – anche se ne parliamo poco – i venti di guerra (Siria e Iran) non sono sopiti. Capisco anche che per Sel – dopo tutto quello che è stato detto in questi anni – non partecipare alle primarie significherebbe rinunciare ad un obiettivo quasi “costitutivo”. Ma come si fa a non riconoscere che rispetto a due anni fa quello che si pensava di ottenere con le primarie – ammesso che fosse realistico – non si intravede più nemmeno sullo sfondo? Veramente qualcuno pensa di poterle vincere e per questa via – come si diceva – determinare il big bang e costruire una grande sinistra? Tutto capovolto! Oggi il big bang può esserci, ma prodotto da un “rottamatore di destra” che, infatti, ha messo in un angolo la candidatura del Presidente della Puglia e lo scontro è tutto interno al Pd. Certo, le primarie possono ridare visibilità e conosciamo le capacità mediatiche di Nichi Vendola. Ma questo può servire per uscire da un cono d’ombra e anche risalire un po’ nei sondaggi, ma non a risolvere questi gravissimi problemi.

Detto questo non condividiamo, ma non demordiamo. Confidiamo nel fatto che in questo groviglio di incognite che è ancora di fronte a noi ( la legge elettorale, una eventuale ricandidatura di Monti e quindi la costruzione di una nuova lista di centro, la collocazione dell’Idv…) si possa aprire un cantiere unitario tra le forze che oggi si oppongono da sinistra a Monti e alle sue politiche. E non si venga a dire che sarebbe la riedizione dell’Arcobaleno! È vero esattamente il contrario! Nel 2008 fu una operazione che metteva assieme forze che si erano logorate in un Governo che aveva fatto una politica antipopolare, oggi si metterebbero assieme forze che hanno fatto opposizione a questo e al precedente Governo, che hanno visto giusto su Marchionne, che hanno dimostrato di non essere affatto minoritarie con la vittoria dei Referendum su acqua e nucleare e con i sindaci in importantissime città! Perchè non crederci? La crisi economica richiede alternative reali e questo è compreso anche da tanta parte della popolazione. Ma perché ciò si trasformi in consenso e adesione è indispensabile che la nostra proposta sia credibile. E la nostra credibilità passa necessariamente attraverso un processo di unità. Una  strada “pulita” per fare tutto questo c’era e c’è. È quella che è in campo in Sicilia, nei referendum e che recentemente ha proposto anche De Magistris. Noi – fiduciosi – continueremo a lavorarci fino all’ultimo minuto utile, come ho detto anche in un recente dibattito a Napoli con De Magistris, Rinaldini, Migliore, Agnoletto (qui il video).

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