Magazine Diario personale

Nicholas Nickleby

Creato il 27 luglio 2012 da Povna @povna

Dickens è sempre Dickens. Anche quando, come in questo romanzo ancora quasi di esordio, è incerto sulla strada da prendere e per questo oscilla tra i generi come un pendolo letterario. Così, se si arriva alla lettura di Nicholas Nickleby dopo essere passati da altri (e maggiori, in tutti i sensi) cimenti, all’inizio si può restare un po’ spiazzati. Perché il maestro di trama e storytelling ha ideato un congegno che a volte scricchiola (sia pure non troppo), e nel quale i tanti cambi di scenario arrivano all’improvviso, quasi casualmente, con poca preparazione. In particolare, tutta la sezione della “vocazione teatrale di Nicholas Nickleby” (sulla quale l’influsso dell’Ur-Meister è ben più che evidente), per quanto assai divertente, mantiene la sua funzione di ‘a parte’, elemento che porta ritardo, più che vero e proprio sviluppo, della trama. Una volta posto mente al gioco dei generi, però, tutto si fa più netto: perché il lettore allora comprende che Nicholas Nickleby è soprattutto un romanzo picaresco, così come il suo protagonista omonimo assomiglia molto meno a David Copperfield che a Tom Jones. Finalmente in modalità Fielding, il lettore può dunque godersi in pieno le avventure di questo giovane povero; e riconoscere i tratti di quelli che diventeranno i capisaldi di una dickensiana Bildung: la denuncia della povertà di Londra, la filantropia sociale che vi fa da controcanto, l’interesse per un mondo della scuola e dell’educazione, negletto, i nomi parlanti (che denunciano la vuota supponenza dei rappresentanti del bel mondo), l’ansia di accumulare soldi e ricchezze che porta a un fallimento esistenziale fatto di solitudine e grettezza (e qui Ralph Nickleby, l’antagonista, anticipa un bel po’ di caratteri del futuro Scrooge). L’ultima parte prevede il tradizionale scioglimento, che non esita ad avvalersi di artifici (picareschi) da deus-ex-machina, anche se una serie di elementi già alludono a una più compiuta Bildung, e a un finale che sa di dolce-amaro.
(N.B: Una traduzione antiquata, ma completa, del romanzo, si può scaricare in completa legalità qui, sul sito, benemerito, di Liber Liber).

E – ancora una volta con il suo amato Dickens – la ‘povna partecipa al consueto appuntamento del venerdì del libro.


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