Il 2 e 3 dicembre solo in alcune sale cinematografiche selezionate, uscirà il film Nick Cave. 20000 Days on Earth, diretto da Iain Forsyth e Jane Pollard, in collaborazione con Nexo Digital e Feltrinelli Real Cinema, dedicato alla vita di uno dei maggiori esponenti musicali della scena rock, il quale nella sua carriera ha sperimentato diversi stili e influenze come l’alternative rock, il post-punk, il gothic rock, fino ad approdare al no wave e alla musica d’autore.
Fin da subito Nick Cave è attratto dalla musica tanto da fondare il suo primo gruppo, i Concrete Vulture, durante gli anni trascorsi alla Coulfield Grammar School di Melbourne, là dove incontrò Mick Harvey, che lo seguirà perfino nella carriera successiva. Eppure, come affermerà più tardi, secondo lui: «Le parole che ho scritto sono la superficie, ci sono verità che emergono all’improvviso come un mostro marino e poi scompaiono. Per me canzoni e concerti sono tentativi di richiamarlo alla superficie, creare uno spazio tra reale e immaginario dove il mostro possa apparire. È qui che esistono l’amore, le lacrime e la gioia, è qui che noi viviamo».
Il primo disco è proprio del 1979 dal titolo Door Door, preceduto dal singolo These Boots Are Made For Walking che recita grossomodo così: «You keep saying| you got something for me| something you call love| but confess| you’ve been a ‘messin’| where you shouldn’t ‘ve| been a ‘messin’| and now someone else| is getting all your best», il famoso brano pop interpretato per la prima volta da Nancy Sinatra nel 1966, e dopo ripresentato sia da Nick Cave sia da altri artisti come i Planet Funk.
Eppure uno dei maggiori album realizzati dalla band è Nick Cave & The Best Seeds del 1984, nel quale emerge la spiccata personalità del cantante rispetto agli altri membri del gruppo. D’altra parte Nick Cave si fa riconoscere subito per la sua estrosità, avvalorata da alcune frasi che in un primo momento lasciano perplessi: «Quando sento un brano alla radio e mi chiedo “cos’è questa schifezza?”, la risposta è sempre la stessa. “È dei Red Hot Chili Peppers”», un modo non proprio carino di esprimere un giudizio su una delle band più popolari, tuttavia Nick non si risparmia ed esprime senza remore i suoi dubbi a proposito dell’odierno panorama musicale. Per alcuni avrebbe anche ragione, per altri sicuramente no.
Tutto ciò sarà riproposto nel film documentario Nick Cave. 20000 Days on Earth. I ventimila giorni sulla terra sono quelli corrispondenti alla vita di Nick Cave, al suo rapporto con la parola e la musica che lo accompagnano in una vita solitaria nella quale però affiora l’uomo che è stato e che è tuttora e non solo la rockstar. Del resto come lui stesso ha detto: «Sono felice di sapere che ciò che faccio ispira scrittori e pittori, è un gran complimento per me. L’arte dovrebbe essere sempre uno scambio».
Written by Maila Daniela Tritto
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