A volte si fanno cose strane, e poi non ci si sa spiegare perché. Per un paio d’anni ho frequentato con una notevole frequenza il forum di www.labarriera.net con il nome di kindra, e ogni tanto faccio ancora un giro da quelle parti, e a fine 2006 ho iniziato a firmare articoli con il mio vero nome, perché nel 2009 ho firmato come redazione un articolo che avevo scritto io? Che senso c’è? Boh, misteri della psiche umana. L’articolo in questione, molto breve, era la presentazione a un’intervista a Nicola Brunialti condotta dalla mia amica Marina Lenti, che aveva appena letto il suo Pennino Finnegan e la fabbrica di baci. Quel libro l’ho letto anch’io, come qualche mese fa ho letto un altro libro di Brunialti destinato a un pubblico un po’ più adulto, visto che il precedente era per bambini. Si tratta di Il mummificatore, volume che ho pure recensito, e per l’occasione sono stata io a intervistare Nicola.
Però, visto che l’articolo che ho scritto in occasione della pubblicazione del Mummificatore è più completo, è questo che ripropongo e non l’aninimo Nicola Brunialti e il linguaggio dell’infanzia.
“Mummificatore”, pensò l’uomo sogghignando.
Mi piace.
Quanta fantasia hanno.
Sono quarant’anni che mi cercano invano. Non mi prendono e non mi prenderanno mai.
E invece no, prendere Il mummificatore non è poi così difficile, basta andare in libreria e acquistare l’ultimo romanzo di Nicola Brunialti, che sarà pubblicato domani. È sua la fantasia, di quest’autore romano già creatore di spot televisivi famosissimi come quelli del Paradiso Gavazza interpretati da Paolo Bonolis e Luca Laurenti e pronipote di Alessandro Manzoni.
Nato nel 1972, Brunialti ha lavorato per molti anni come pubblicitario, prima collaborando con agenzie importantissime e poi fondando insieme a Mauro Mortaroli la Mortaroli & Friends. L’incontro più importante — ma ha realizzato anche spot che hanno visto protagonisti Christian De Sica, Diego Abatantuono, Elena Sofia Ricci e Raul Bova — è stato proprio quello con Bonolis, che lo ha portato anche a collaborare all’edizione del 2009 della trasmissione Chi ha incastrato Peter Pan. L’interesse per il mondo dei bambini lo ha anche accostato a quella che è sempre stata la sua grande passione: scrivere. Nascono così le sue prime storie destinata ai bimbi più piccoli, due filastrocche intitolate La mucca fa bee e A Natale fanno pace nel 2006, poi l’età dei suoi lettori cresce con La maledizione del lupo marrano e Pennino Finnegan e la fabbrica dei baci, libri pubblicati nel 2008. Pennino Finnegan ha anche vinto due premi assegnati proprio dai giovani lettori a cui è indirizzata la sua storia: A tutto libro 2010 e il Premio critici in erba 2010.
Nel 2010 con Il fantastico viaggio di Willy Morgan Nicola ha iniziato la sua prima serie, proseguita quest’autunno con Willy Morgan e l’isola dei cinque anelli.
Se con Willy Morgan si compie un viaggio nel mondo degli amici immaginari, con Il mummificatore si entra in quello dei fantasmi, per una realtà tutta da scoprire perché non è detto che tutti vedano le cose così come le vediamo noi.
Il primo capitolo del romanzo: http://www.fantasymagazine.it/anteprime/15607/il-mummificatore/.
L’intervista a Nicola Brunialti: http://www.fantasymagazine.it/interviste/15538/viaggio-fra-i-mondi-con-nicola-brunialti/.
La mia recensione di Il mummificatore:
Sophie è una ragazzina qualsiasi. Ha tredici anni, è introversa ed è molto legata al nonno. Anche se lui è morto da tre anni.
Anche Alma Gospel è una ragazzina qualsiasi. È estremamente curiosa, sa come ottenere ciò che vuole ed è affascinata dalle sedute spiritiche e da quelle strane creature che vi si possono incontrare. Per questo, e per provare il brivido dell’ignoto, dopo aver estorto a uno zio tutte le informazioni necessarie a contattare il mondo dei vivi decide di condurre una seduta vivitica. Perché Alma è un fantasma, e ciò che la affascina sono gli esseri umani. Vittima della sua curiosità è proprio Sophie, trasportata improvvisamente nel mondo dei fantasmi.
E al pari di Sophie e ancor più di Alma e della sua famiglia è proprio il mondo dei fantasmi uno dei protagonisti del nuovo romanzo di Nicola Brunialti.
La storia parte da quella che in fondo non è altro che una ragazzata: l’eccessiva curiosità che porta una ragazzina a fare ciò che non dovrebbe, con conseguenze inevitabilmente disastrose. A questo punto lo scrittore inizia a giocare presentando un mondo speculare al nostro, nel quale la zuppa di muffa è una bontà e le ragnatele sono uno degli elementi che danno valore a una casa. Anche se non tutto torna, visto che i più giovani vanno a scuola e parlano di cosa faranno quando saranno cresciuti anche se magari sono morti da oltre un secolo e non sono invecchiati di un solo istante.
Il tono è volutamente leggero. Man mano che Sophie esplora il mondo che la circonda dà modo di conoscerlo anche al lettore, senza noiosi infodump e senza analizzarlo come se dovesse scriverne un saggio. Nota alcuni dettagli, si muove, parla e agisce, e intanto frammenti di una realtà spesso speculare alla nostra vengono alla luce. I capitoli sono brevi, in modo da scorrere veloci e da donare alla storia un ritmo frizzante.
L’altra faccia del romanzo è quella che gli dona il suo titolo, Il mummificatore. Alternati ai capitoli di Sophie ce ne sono altri, molto più brevi, dedicati a un misterioso serial killer che da quarant’anni si aggira indisturbato per le vie di Vienna.
Non c’è niente di carino o divertente in questi capitoli. Sono rapidi, concisi, ed entrano dritti nella testa di un tizio che uccide perché gli piace farlo. La vita del mummificatore è concentrata sulle vite che toglie e non c’è spazio per altro, al di là delle finte scuse per gli atti che compie alle quali non crede nemmeno lui. Niente di più distante dal mondo dei fantasmi e dall’atmosfera giocosa che vi si respira, malgrado il sempre presente pericolo di essere scoperti per Sophie e i suoi nuovi amici. Eppure queste due storie finiranno con l’intrecciarsi in modo assolutamente convincente, anche se un filo prevedibile da parte dei lettori più esperti.
Al suo primo romanzo per adolescenti, Brunialti costruisce una buona storia che si legge con piacere e che fornisce spunti di riflessione. Il contrasto fra il misterioso assassino e il suo egoismo e l’altruismo e lo spirito di sacrificio delle persone che circondano Sophie non potrebbe essere più netto, mentre il “mondo di sotto”, specchio ribaltato del nostro, ci suggerisce di provare a guardare ciò che ci circonda da un’altra prospettiva. Restano alcuni problemi irrisolti, un coinvolgimento emotivo eccessivo per la protagonista, visto che il mondo dei fantasmi non può essere il suo, e una conclusione un po’ troppo facile per la famiglia Gospel, specie se si considerano le preoccupazioni iniziali e le si rapportano al modo in cui si arriva alla soluzione finale. Piccole pecche per una storia brillante e capace di portare una ventata di freschezza in un genere, l’urban fantasy, troppo spesso legato a un numero molto circoscritto di soggetti.