Ci sono coppie di lunghissima data all'interno delle quali non c'è mai stato vero innamoramento. Talvolta c'è affetto, stima, riconoscenza, ma niente di più. Nel mio lavoro clinico e, in qualche misura, anche nella vita personale mi sono reso conto che la resistenza all'amore è maggiore negli uomini piuttosto che nelle donne, ed è proporzionale all'amore per il proprio io. Da sempre (direi anche per ovvii fattori biologici) la donna è più incline a concepirsi una e duale allo stesso tempo. Se ha amore per il suo io è spesso di natura inconscia. Agli uomini è invece richiesto di competere, affermarsi, realizzarsi, sempre escludendo ogni forma di fusione con l'altro, quindi idolatrando il proprio io (unica eccezione: quando gli uomini morivano per la patria, concetto oggi obsoleto). Quindi, si ha paura di amare perché si teme che ciò indebolisca, faccia perdere il controllo sull'io. L'amore viene sentito come una "caduta" (to fall in love, dicono gli inglesi), si "cade" in amore, come si "cade" nel peccato. Ricordo che a proposito della paura di amare ho scritto un libro intero: "La paura di amare" appunto, che spero mi aiuti a rispondere a questa domanda.
Nicola Ghezzani, psicoterapeuta e scrittore http://nicolaghezzani.altervista.org/