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Nicola Perra, il BarleyMan

Da Gianni Tacchini @villaggiobirra
Nicola Perra

Anche Nicola Perra,del Birrificio Barley,  si presta al “nostro” gioco delle domande.

Come sei diventato un mastrobirraio?
Ho seguito una forte passione per le birre artigianali, coltivandola in casa, facendo quindi birre per hobby per vari anni. Per cui ho avuto la possibilità di studiare e sperimentare tante ricette, alcune delle quali sono state poi utilizzate in alcune delle birre che produciamo in birrificio

Quando hai avuto l’illuminazione?
Non lo so di preciso…forse quando mi sono accorto che le birre fatte per hobby avevano in sé qualcosa di speciale e che l’hobby stava diventando una vera e propria “malattia” che, anziché curare, ho deciso di assecondare, decidendo di trasformare un hobby in un lavoro. Il progetto imprenditoriale partito nel 2004, ha portato all’apertura del birrificio nel 2006.

A chi ti sei ispirato (persona o birrificio o..)?
Più che una persona o un birrificio, mi sono ispirato ad un modo di produrre, ad una filosofia birraria che è principalmente quella belga, con un occhio rivolto anche alla tradizione britannica. Il tutto rivisitato ed interpretato a modo mio, secondo i miei gusti personali.

Qual’è la prima birra che hai fatto e con quali risultati?
A livello hobbistico, dopo svariate sperimentazioni, la prima degna di nota fu una weizenbock da circa 8°alc. la cui ricetta non replicherò mai in birrificio, ma che effettivamente mi diede belle soddisfazioni.

Cosa avresti fatto se non fossi diventato un birraio?
Fare il birraio (e l’imprenditore artigiano) è stato un radicale cambio di vita, non solo lavorativa, ma anche personale. Non so se avrei continuato a fare l’ingegnere: una volta conosciuto questo mondo, è difficile tornare indietro.

Quale birra di un’altro birrificio avresti voluto uscisse dal tuo?
Non saprei…anche perché faccio (per puro edonismo birrario) ciò che mi piace avere prima di tutto in casa, da bere quando ne ho voglia.

Qual’è il luppolo che preferisci?
Non ce n’è uno in particolare: preferisco che in una birra ci sia un bouquet di aromi, derivante dall’uso di vari luppoli, ciascuno col proprio indispensabile ruolo. Per le mie birre utilizzo luppoli belgi, inglesi, americani, tedeschi e tanti altri ancora.

Come descriveresti il tuo birrificio in 3 parole?
Passione, creatività, eleganza.
Sono le tre parole che sintetizzano l’anima di ciascuna delle birre da me prodotte.

Qual’è il segreto per fare il tuo mestiere?
Non ci sono segreti, a mio avviso. Ci vogliono passione, competenza, creatività e personalità da trasferire in ogni birra prodotta

Che cosa secondo te i birrai italiani fanno bene / male?
L’Italia non ha tradizione birraria. Per cui, a noi birrai non restava altro che interpretare gli stili birrari tradizionali ed inventarne di nuovi, partendo da basi “ideologico-produttive” del tutto personali. Ormai si può dire con un certo orgoglio che ci sono birrai che possono competere a testa alta a livello internazionale e “Il Villaggio della Birra” è una vetrina che evidenzia questo aspetto più di ogni altro festival birrario, giacchè mette insieme il top dei produttori italiani, col meglio della produzione brassicola belga e non solo.
Quelli che lavorano male vengono e verranno inevitabilmente “puniti” dal mercato.

Il miglior abbinamento birra/cibo?
Fermo restando che il miglior abbinamento è quello che soddisfa di più i gusti personali, in linea di massima molte birre trovano un abbinamento ideale col una vasta gamma di formaggi, salumi, carne, pesce e perfino con i dolci. Il bello delle birre artigianali è che possono offrire tanto in termini di aromi e sapori, per cui a tavola ci si può sbizzarrire negli abbinamenti in modo totale.

Quale nazione sta’ facendo le migliori birre in questo momento?
E’ praticamente impossibile rispondere a questa domanda.
Fortunatamente abbiamo ottime birre italiane che riscuotono successo in tutto il mondo, così come belghe, inglesi(specie i nuovi birrifici nati negli ultimi 10 anni)e americane…senza dimenticare alcune birre di nicchia tedesche. Insomma, c’è l’imbarazzo della scelta!

Un consiglio per gli homebrewers?
Fare le birre che ti piacciono di più, studiando e sperimentando di continuo. E, quando se ne ha la possibilità, fare qualche viaggio per conoscere birrifici nazionali ed internazionali.
La cultura birraria innanzitutto!

Qual’è la tipologia di birra più difficile da brassare?
La più difficile da brassare è quella nella quale le variabili che concorrono alla produzione sono poco controllabili. Non è solo una questione di ricetta, ma di come la si può applicare per ottenere un buon prodotto. Gli esempi potrebbero essere tanti…

Hai un aneddoto divertente sul mondo della birra?
Il mondo della birra artigianale è fatto di tanta passione, convivialità e condivisione…o almeno io lo interpreto così. E in questo mondo è inevitabile che emergano delle figure tra le più svariate, come semplici appassionati, esperti, pseudo-esperti e veri millantatori.
Una sera ero presente -come semplice visitatore- ad una kermesse birraria, nella quale mi sono imbattuto in un tizio che asseriva di essere un profondo conoscitore del panorama brassicolo nazionale. Snocciolava nomi di birre e birrifici a caso, sui quali dava il suo “implacabile” giudizio e disse di conoscere bene sia Nicola Perra che il Birrificio Barley.
Dopo averlo ascoltato, non senza qualche attimo di cedimento fisico, mi chiese se fossi un appassionato di birre artigianali.
Gli risposi:: Sì, un pochino. Io sono quel Nicola Perra che dicevi di conoscere personalmente.

Credo di aver risposto a tutto…
Un abbraccio
A presto
Nicola Perra


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