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Nicola Pezzoli - Tutta colpa di Tondelli

Creato il 09 aprile 2010 da Robydick
Nicola Pezzoli - Tutta colpa di Tondelli
Nicola Pezzoli da Gemonio, professione: scrittore inedito, è un caro amico dei miei blog. Io frequento il suo, Zio Scriba, con assiduità gratificante: ogni racconto breve od articolo che pubblica è uno spasso.
Lo dico subito quindi che ne parlerò bene. Dico anche che, se ne avessi dovuto parlar male, non avrei scritto però niente.
Con complicità da branco-blogger, nonostante non mi abbia pagato né richiesto una recensione (anzi!) e nonostante sia portatore insano di fede interista, sola divinità che mai potrà bestemmiare (spero prima o poi esca un "pezzoliano" Febbre a 90', tipo quello scritto da Hornby anch'egli Nick).
Curiosa situazione la sua: il solo libro che gli hanno pubblicato è quello in cui racconta una vita trascorsa a cercare di farsi pubblicare un libro.
Le vicende, come ben dice il sottotitolo, sono davvero tragicomiche. Nicola già da giovanissimo è deciso nell'intraprendere la carriera di scrittore. Dopo le comprensibili difficoltà iniziali le cui maggiori speranze sono affidate ad una editor di grido, Laura Lepri (oggi talmente importante da dover essere pagata solo per leggere una tua opera, ma non allora) Nicola finisce nelle grinfie, merita di dirlo, di Massimo Canalini, uno dei fondatori e massima autorità della Transeuropa edizioni, mai sentita nominare prima ma a giudicare dalla pagina wiki abbastanza importante. Inizia un avànt-e-'ndré tra Varese ed Ancona, la frequentazione della "Transetta", vita da adulto semi-mantenuto dalla famiglia, lavoro per la casa editrice gratis, la frequentazione di casa canalini&canalina, scrittura di un libro suo-ma-non-suo, illusioni e maltrattamenti, ... ve lo lascio godere.
Nicola ha una grande colpa: essere Tondellimorfo, assomigliare cioè fisicamente ad uno scrittore di breve e ("pare") intensa vita, Pier Vittorio Tondelli (mai sentito nominare prima nemmeno lui, lo potete ammirare ammiccante in copertina) che non poca parte ha avuto nella Transeuropa, sia da vivo che da morto.
Nicola scrive diretto ed asciutto senza mezzi termini, sia delle depressioni che delle grandi incazzature. Ha un innato senso dell'umorismo con ascendente grottesco. Anche per questo i fatti narrati, ad uno non avvezzo all'ambiente, paiono al limite dell'assurdo, al punto da far pensare che almeno i nomi Nicola se li sia inventati, magari storpiando quelli dei personaggi reali per evitare eventuali casini legali, ché con certa "brava gente" non si sa mai. E invece no, è tutto vero! Si guardino i link.
Il libro è un'entrata a gamba tesa nel mondo dell'editoria, coraggioso ed interessante. C'è da augurarsi che, nonostante ciò, "il manovale della tastiera" come si definisce, riesca per suo tramite a pubblicare anche le molte altre opere-racconti per ora chiuse nel cassetto-dischetto.
In bocca al lupo!

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