Uno dei campioni di capelli analizzati
(Foto: M. Niemeyer)
La pratica di fumare e sniffare sostanze allucinogene era profondamente radicata nella cultura e nel pensiero di molte società pre-ispaniche. Nel centro-sud delle Ande esistono due fonti di sostanze allucinogene: la Nicotiana, dalla quale si estrae la nicotina e la Anadenanthera (cebil) che contiene triptamina.
Gli sciamani usavano spesso queste piante, dalle quali sapevano estrarre i principi psicoattivi che permettevano loro di connettersi alle divinità e agli spiriti dell'aldilà. A dosaggi più contenuti, le medesime sostanze sono entrate a far parte di rimedi medicamentosi per curare le più svariate malattie ed i problemi del sonno.
Per meglio comprendere l'utilizzo degli allucinogeni, sono stati estratti ed analizzati diversi campioni di capelli da 56 mummie in buono stato di conservazione, la cui mummificazione è avvenuta per cause naturali. A seconda del sito in cui sono state trovate, le mummie erano sepolte nella terra o in un ambiente pietroso. Con le mummie sono stati seppelliti alcuni oggetti, tra i quali gioielli, armi, metalli grezzi, tessuti, vasi, mortai, vassoi e tubi che venivano utilizzati per sniffare.
I ricercatori hanno trovato nicotina nei capelli di 35 mummie. Non sono state trovate tracce di alcaloidi triptamina, nei capelli, probabilmente perché il corpo li distruggono prima che essi arrivino ai follicoli. La presenza di tracce di nicotina non è stata messa in collegamento con il ritrovamento di materiale per sniffare nelle tombe.