Nido sì, nido no.

Da Suster

Che dire: mi sento un po' frastornata. Sentimenti contrastanti si agitano nella mia fragile testolina di madre appena calata nel ruolo (mi riferisco al nido).
Vuoi tu, Suster avere questa pupa per tua legittima figlia, per vivere per sempre insieme, sfamarla, ninnarla, sopportarne e contenerne le esplosioni isteriche ed averne cura tanto in cattiva che in buona salute nel santo indissolubile vincolo della maternità per il resto dei tuoi giorni?
Vuoi tu mollarla, sbolognarla, scaricarla e riconquistare una parziale libertà e, lasciando ogni altro scrupolo, attenerti a lei sola (alla libertà), affinché ambedue viviate serene e indipendenti per quel che è consentito ai suoi un anno e qualcosa?
Ho stilato un abbozzo di lista di pro e contro per chiarirmi le idee in merito.
Pro. Mattinata libera per me. Maggior libertà di espletamento delle funzioni materne e no.
Contro. La pupa finora la mattina è abbastanza gestibile, poiché continua a farsi una dormita di circa un'oretta e mezza a metà mattinata. Tutto sommato non credo di guadagnare molto in libertà.
Pro. Possibilità di applicarmi alla ricerca di un eventuale impiego part time e/o di un'eventuale futura abitazione di proprietà.
Contro. Ecco che viene meno la scusa principe per rispondere a chi mi chiede distratto "Allora, cos'è che ti sei messa a fare dopo la laurea?" perché finora ho sempre risposto: "Per adesso faccio la mamma. Poi vedrò" e mi levavo d'impaccio. E si sa che la gente è tignosa: insiste.
Pro. Contatto con altri bimbi esclusivo.
Contro. Rischio contagio malattie infettive stagionali centuplicato.
Pro. La pupa ha anticorpi da battaglia.
Contro. Le maestre me l'hanno fatta tenere a casa pure con un poco di tosse, vedrai che la scusa la trovano. E poi non parliamo dei pidocchi. 
Pro. Imparerà a relazionarsi con i suoi coetanei, così la prossima volta che vede la cuginetta non entrerà in crisi come l'ultima volta.
Contro. Sarà alla mercé dei bulli e prenderà un sacco di vizi che ora non ha, alzare le mani, dire le parolacce, frignare ogni volta che sbatte le ciglia...
Pro. Magari imparerà anche cose buone, tipo una maggior autonomia nei suoi giochi, e poi deve costruirsi da sola la sua socialità, senza ingerenze continue della mamma. Prima lo fa più facile sarà.
Contro. Si dice anche che fino al compimento del terzo anno di età non c'è reale esigenza di socialità, anche se non ci credo poi troppo...
Pro. Me la ripiglio verso mezzogiorno e mezza, già nutrita e intrattenuta per mezza giornata e probabilmente stanca morta e la indirizzo con accorta nonchalance verso il suo ormai solo e unico sonnellino pomeridiano.
Contro. La tattica di sfinirla fisicamente perché meglio dorma finora non ha mai funzionato, anzi, si è sempre dimostrata controproducente. E' risaputo che pupa stanca dormirà con fatica e male, svegliandosi di continuo. Sarà un delirio.
Pro. Non sei mica obbligata a mandarcela tutti i giorni: puoi sempre tenertela a casa  e farla stare con te se qualche volta la vedi stanca o particolarmente maldisposta. Almeno finché non lavori. 
Contro. Certo, posso pure tenerla a casa tutti giorni, ma tanto mi tocca comunque pagare!
Pro. La pupa può ricevere stimoli diversi da quelli che le ho sempre fornito io, farà attività fichissime e divertenti, e forse anche io.
Contro.  Spezzo una lancia in favore delle mie attività. Voglio dire: andare a fare la spesa è un'attività fichissima. E non vedo poi cosa ci sia di tanto fico nel giocare con cortecce d'alberi e foglie secche. Possiamo sempre andare a prenderne una vagonata al parchetto sotto casa: vorrei capire dopo cosa ci si fa.
Pro. Ma no, dai: l'ambiente è stimolante, le maestre sono personale preparato apposta per venire incontro ai bisogni e alle esigenze dei più piccoli, conosceranno attività che tu nemmeno ti immagini per aiutarla a sviluppare nella maniera più competa la sua "psicomotricità", e in ogni caso lo vedi anche tu che non ne può più di travasare animali e barattoli da un angolo all'altro della casa e ora è passata a tirare fuori i vestiti dai cassetti: se non le fai fare altro, capace che prima o poi inizierà a smontare le ante delle finestre.
Contro. Forse hai ragione, la sala della distruzione fisica vale da sola tutti i possibili giochi ai giardini. Ribadisco comunque l'alta funzione pedagogica attribuita dal metodo montessoriano all'attività del travaso, che si tratti di animali, di barattoli o di vestiti. E poi non immaginarti chissà che da questa parola "psicomotricità": cosa credi che facciano fare a dei bimbi di un anno, non certo scalare una parete di roccia. Si tratterà di attività estremamente elementari, come quelle che chiunque può secondo logica far fare a un bambino di quell'età.
Pro. Se non era per la nonna a quest'ora lei nemmeno camminava.
Contro. Se vabbè, se tu stai a sentire tutto quello che dice la nonna! Avrebbe cominciato a camminare anche da sola, magari ci metteva qualche giorno in più ma era pronta.
Pro. Va be', cambiamo argomento. Avrà a disposizione un sacco di giochi senza doverli rubare a nessun bambino piagnone al parco, come fa ora, e senza che tu debba aprirti un mutuo per riempirti casa di tricicli e monopattini che dopo una settimana di gloria passeranno di moda e rimarranno sempre in mezzo agli zebedei quando ti alzi di notte sbattendoci il mignolo del piede.
Contro. In effetti la loro scuderia di veicoli è allettante. Che pena però quel loro cortile senza nemmeno un poco di verde, con solo quell'albero rinsecchito nel mezzo e quegli orrendi murales di polli scrostati e sbiaditi di almeno 50 anni fa. Certo che potrebbero pure pensarci a farseli rifare da un bravo artista di strada. E quella la chiamano educazione all'immagine?
Pro.Tra poco farà freddo e magari passeranno giorni e giorni senza poter uscire di casa perchè pioverà. Almeno per mezza giornata le farai cambiare aria e ambiente, e non la terrai 24 ore su 24 entro 50 mq, che poi ti credo che diventate isteriche entrambe.
Contro. Ma quando invece non pioverà la posso sempre portare fuori, invece lì non c'è nemmeno il giardino. E ora che le giornate si accorciano i pomeriggi li potrò sfruttare molto meno, ché più tardi delle 4 non vale neanche più la pena di uscire.
Pro. Non dovrò cucinare tutte le mattine per lei e per me. Io potrei pure tranquillamente ricominciare a pranzare a pane e mortazza...
Contro. Va be', ma che se a mezzogiorno e mezzo la vado a ripigliare, tocca mangiare a me pure alle undici e mezza?
Pro. Non sei mai contenta: almeno fino a quell'ora lì sei libera di andare dove accidenti ti pare senza tener conto degli orari suoi.
Contro. Niente da obiettare in proposito.
Pro. Non dovrò sbizzarrirmi a capire cosa cucinarle per soddisfare al contempo esigenze di dieta sana e cibi appetibili al suo palato fine, perché mangerà al nido, tiè!
Contro. Una bella rogna in meno. Peccato che il padre è fissato con la carne islamica e quindi mi toccherà chiedere per lei il menù vegetariano. Oppure posso tacere col padre, che tanto non lo verrà mai a sapere... Uhm...
Pro. Potresti smetterla di considerare le maestre come un pericolo per la tua autostima di madre e considerarle invece come un ottimo punto di riferimento a cui chiedere consiglio e parere riguardo ai tuoi dubbi amletici (esempio: se proprio si vuole mangiare le piante, non vale la pena che la lasci mangiarsele?)
Contro. Altro che consiglio e parere: qui c'è il rischio che venga estratta a sorte per far parte della commissione genitori del nido. Se non si presenteranno 5 martiri volontari ci hanno già annunciato che i nomi verranno sorteggiati. Argh!
Pro. Va be', ma tanto alla fine lo sai che ce la mandi. A che pro continuare questa messa in scena?
Contro. Che vuoi, io son fatta così: ogni volta che faccio qualcosa ho bisogno di conferme esterne ai miei dubbi, anche solo per potermeli sentire smontare. E' esasperante per chi lo subisce, lo so.
Va be': era iniziata come una cosa seria, invece poi si è trasformata in una dissociazione psicopatologica dell'io narrante. Credo di esser stata contagiata da Montalbano. Lui ne fa di questi monologhi.
Il gran giorno si avvicina e noi siamo materialmente quasi pronte.
Psicologicamente pure.
Io comunque sono per il nodo sì, anche se non sembrerebbe, dopo tutto ciò che scrivo qui. Non prendete troppo sul serio tutti i miei vaneggiamenti.
Hasuna, il padre, è per il nido no, ma per tutto ciò che attiene la pupa e/o i dettagli pratici (e non ideologici) della sua crescita delega in toto i poteri esecutivi nelle mani della genitrice. Non che ciò sia educativamente parlando il massimo, ma personalmente parlando ha anche i suoi vantaggi. E' un nostro equilibrio-squilibrio a cui alla fine mi sono abituata.
Mia sorella, la mia consulente telefonica per l'infanzia, appartiene alla categoria delle temute maestre d'asilo, e si colloca nel partito "nido sì". Sostiene che i bambini che rimangono fino alla materna o anche oltre, in casa in compagnia solo della mamma, o peggio (sempre a suo parere, non aggreditemi), dei nonni, si rimbecilliscano. E' un'integralista del nido, che farci. Però, se possibile, un'integralista moderata: non approva l'abitudine di mollarvi i bimbi molto piccoli e parcheggiarveli tutto il giorno.
Finora quando una madre incontrata ai giardini mi domandava se mia figlia non andasse al nido, mi sentivo quasi in difetto a rispondere di no, e mi mettevo lì a spiegare il perchè e il percome.
Ora, quando una mia amica, con una bimba di alcuni mesi più piccola della mia, mi ha chiesto perché avevo intenzione di mandarvela, la domanda mi è suonata come una dichiarazione di dissenzo, e lì a spiegare quali fossero secondo me i vantaggi di un ambiente stimolante e diverso da quello di casa, della presenza di bimbi etc.
Al ritorno da una visita a una coppia di amici che hanno un bimbo di alcuni mesi più grande della pupa, sapevo che la discussione col padre (cioè con Hasuna) si sarebbe riaperta. Loro sono infatti integralisti nel "nido no", e la loro convinzione a non mandare il figlio fuori casa prima dei tre anni, cioè alla scuola materna, è stata accolta da lui trionfalmente.
- Va be', Hasuna, ma se proprio dobbiamo prendere loro a modello, però...
(e lui impallidisce)
- ...allora sarai d'accordo anche a trasferirti a dormire nello sgabuzzino, perché io dormirò nel lettone con la pupa d'ora in poi, lei si sveglierà dalle 5 alle 10 volte a notte reclamando la tetta, che io le darò perdendo sonno e salute mentale e fisica. La cosa andrà avanti fino al compimento del terzo anno di età, quando finalmente inizierò a svezzarla da me e allora sarà pronta per dormire da sola e per andare a scuola. Forse allora si potrà parlare di riprenderti a dormire nel letto grande.
Niente da obiettare a scelte diverse dalle mie, mi domando solo come si riesca ad accettare una simile trasformazione della propria vita in funzione del proprio figlio, e se davvero questi sacrifici della "normalità" degli spazi e del tempo, sono necessari a loro, e se ne sentano davvero la mancanza una volta privati.
Quando smisi di darle la tetta per esaurimento scorte, temevo un poco il trauma del distacco, eppure non mi sembrò affatto provata dal cambiamento; decise anzi che era giunta l'ora di cambiare la posizione in cui prendeva il latte: non più adagiata sulle mie ginocchia, ma seduta con lo sguardo verso il mondo e le spalle rivolte a me che la nutrivo.
Chissà che anche stavolta non mi volterà semplicemente le spalle e se ne andrà verso il mondo.

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