Una tassazione che venne portata al 58,5% sulla vendita di liquidi per sigarette elettroniche e relativi dispositivi per consumarli, per far fronte alla forte crisi economica nazionale che versava in quegli anni più che mai.
L' anticostituzionalità di tale norma, è stata affermata dalla Corte Costituzionale, per due motivi fondamentali. Il primo è che non è riconducibile una sigaretta elettronica, che produce vapore attraverso il riscaldamento di una sostanza aromatizzata, che può avere o meno una percentuale di nicotina al suo interno.
Ed in seconda analisi, una motivazione ben più fondata ha dato il via a quella che potrà essere la rinascita del mercato delle sigarette elettroniche, ovvero che la tassazione ai livelli massimi aggiunta alle classiche sigarette, altro non era che un tentativo di dissuadere le persone dal consumare tabacchi lavorati, perché molto nocivi alla salute.
Il governo Renzi, ha cercato nel dicembre del 2014 di portare modifiche alla norma Letta, per evitare quello che oggi si è verificato. Ha trovato però subito contrastanti i pareri delle due associazioni di categoria, Fiesel ed Anafe, che hanno dichiarato incostituzionale anche questa normativa.
Per adesso il danno erariale che ne deriverà per le casse dello stato italiano, ammonterà a circa cento venti milioni di euro per il dovuto dell' anno 2014.
Nulla se si mette a confronto delle gravi perdite economiche in ordine di forza lavoro e capitali privati, investiti da ragazzi che videro negli anni passati l' unica possibilità per uscire da una crisi economica profonda. Crediamo dunque che questa sentenza possa portare nuova linfa a questo settore, possa far si che si inizi a far luce anche su diatribe che sembrano ormai all' ordine del giorno sugli effettivi effetti benefici delle sigarette elettroniche, ma soprattutto si spera che possa creare nuova occupazione così come capitò negli anni del boom.