Niger / Sconfitta la mortalità infantile resta la malnutrizione

Creato il 18 ottobre 2012 da Marianna06

In Niger,dal 1998 a oggi, il tasso di mortalità infantile si è ridotto quasi della metà.

Il dato è tratto da un rapporto pubblicato sull’ultimo numero della rivista scientifica “The Lancet”.

Secondo la rivista,in Niger, nel 1998, su ogni mille bambini nati vivi  almeno 226 perdevano la vita.

Nel 2009, su mille, i bambini morti sono stati soltanto 128.

Il calo di mortalità, senza dubbio, evidenzia i benefici dell’allargamento dell’assistenza sanitaria, nel corso degli anni nel Paese. E questo tanto ai bambini che alle donne in gravidanza.

Inoltre è realtà, anche in seguito a campagne mirate di sensibilizzazione, l’aumento dei finanziamenti di alcuni donatori, nello specifico, per la salute delle fasce più deboli.

Sempre secondo lo stesso studio riportato dall’autorevole rivista scientifica, sta diminuendo anche il numero di bambini ,di età compresa tra i 24  e i 35 mesi, affetti da rachitismo e disturbi della crescita.

Tutto questo è stato possibile, si legge nelle conclusioni, in quanto ai bambini oggi è offerta una alimentazione migliorata con integratori di vitamina A.

 E, ancora, ad essi si provvede con cure per il trattamento dei disturbi intestinali,del morbillo,della malaria e della polmonite.

Senza contare poi che ormai è prassi consolidata anche in Niger che tutti i bambini siano vaccinati.

Tuttavia questo genere di positività è messo in discussione dall’allarme Unicef ,che segnala per l’anno 2012 ,e proprio  in Niger, il tasso più elevato  di bambini malnutriti della regione del Sahel.

Tradotta in cifre l’affermazione è che oltre 330 mila bambini con meno di 5 anni, secondo l’agenzia Onu per l’infanzia, attualmente sono  a rischio malnutrizione.

Resta il fatto che, contraddizioni a parte,  dovute spesso a fonti ideologicamente differenti,occorre piuttosto un’attenzione mirata all’infanzia , in Niger certamente, ma non solo.

Sopratutto non,a tempo determinato o perché c’è il pericolo effettivo di una carestia in tutta l’area del Sahel.

Occuparsi dell’infanzia in Africa, nel mondo,perché sia sana e abbia quella che si chiama crescita armoniosa, sotto qualunque cielo e a qualunque latitudine,quali che siano le condizioni di partenza, è semplicemente una  questione di civiltà.

E , quali  che siano gli sforzi richiesti, essi  sono da fare.

In particolare, da chi presume.

   a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)

  


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