Stiamo riferendoci a Barth Nnaji, ministro nigeriano per l’Energia elettrica dell’attuale governo Jonathan.
Nell’ambito delle privatizzazioni dei servizi attinenti alla generazione e alla distribuzione dell’elettricità, il ministro Nnaji era stato di recente, a detta del Consiglio Nazionale, ritenuto parecchio “generoso” e disponibile nei confronti di due compagnie in particolare, la Afam Generation Company e la Enugu Distribution Company.
I sospetti, probabilmente nient’affatto infondati, porterebbero alla quasi certezza che il ministro intendesse,attraverso i consorzi, ottenere in seguito il controllo delle due società.
Positivo resta il fatto che, non appena la notizia è comparsa sui maggiori quotidiani del Paese, Nnaji ha rassegnato le dimissioni.
Cosa che di questi tempi, a casa nostra, e per gli stessi sospetti o imputazioni, non sempre accade. Anzi.
Non è ancora chiaro ,però, se sono state delle dimissioni spontanee forzate.
Anche perché la Nigeria è noto che, per sopperire alle esigenze di una popolazione di 160 milioni di persone, alcune delle quali fortemente indigenti e oberate dai continui aumenti dei prezzi degli ultimi tempi, punta parecchio sulla “carta” elettricità, almeno da due anni a questa parte, per attrarre , il più possibile,gli investimenti stranieri.
Poiché pare che la “cosa” in realtà funzioni, il presidente Jonathan, che ha di suo già parecchi grattacapi (attentati a ripetizione ad opera di Boko Haram, polizia corrotta,esercito scontento, dissenso politico interno), non gradisce certo adesso compromettere, con un ulteriore scandalo politico, l’immagine del proprio Paese.
E in questo non gli si può proprio, ovviamente, dare torto.
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)