Secondo la polizia nigeriana l'autobomba esplosa oggi ,all'esterno di una chiesa, nella città di Kaduna, a nord del Paese, zona povera della Nigeria,sarebbe opera della setta islamica Boko Haram.
L'esplosione ha causato la morte di ben 20 persone e il ferimento di molte altre.
Le accuse mosse a Boko Haram, anche in virtù delle minacce fatte in precedenza dalla setta e dall'intimidazione mirata ai cristiani di qualunque confessione di lasciare immediatamente la Nigeria, favoriscono e parecchio l'individuazione del colpevole.
Del resto si temeva che qualcosa di grave sarebbe potuto accadere nel corso della Settimana Santa, specie negli ambienti frequentati dai cristiani come appunto le chiese.
A Natale, l'attentato e la distruzione di una chiesa cattolica, di cui tutti abbiamo ancora memoria, anch'esso imputato a Boko Haram, aveva ucciso 40 persone tra uomini, donne, anziani e bambini.
E,al di là di quello di Natale, altri attacchi concatenati, hanno nel corso di quest'anno già ucciso , in località differenti, almeno altre 186 persone.
Parlo di ovvietà dell'accusa perché la polizia locale, sufficientemente corruttibile, ci potrebbe marciare ,su mandato non chiaramente identificabile, per destabilizzare la situazione politica del Paese.
Un presidente cristiano certamente non piace in un Paese a prevalenza musulmano.
E non è solo questo. Gli interessi in ballo, e da più parti, sono enormi.
La Nigeria settentrionale, in particolare, è per di più un'area molto povera e molto popolosa, dove è molto difficile tirare avanti la vita e altrettanto molto facile creare malcontento e paura.
Il Paese, si sa, presenta disparità notevoli tra nord e sud.
E la forbice tra ricchi e poveri col passare dei giorni si allarga sempre più, lasciando davvero poche speranze a chi a poco e niente.
Anche perché la corruzione, lì dove si stenta, alligna facilmente.E le forze di polizia non sono esenti.
Pertanto un interrogativo sull'accaduto è d'obbligo mentre si attende l'esito delle indagini ufficiali.
Quello che non si vorrebbe è che venissero lanciate accuse a vanvera .
E la si smettesse di stigmatizzare questi tragici eventi sempre e solo con la solita etichetta di conflitti etnici o di matrice religiosa.
Non convince.
La verità molto probabilmente è altrove.
E chiedere forse troppo il domandare maggiore serietà alla magistratura locale?
Boko Haram è un capro espiatorio molto facile da individuare.
Onestà nelle procedure la chiederebbero anche le vittime innocenti, se potessero parlare.
A cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)