Nigeria: quasi 300 donne sparite, ma la Polizia non indaga
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Sono duecentosettantasei le donne che tre settimane fa sono state rapite da un gruppo di jihadisti di Boko Haram. Da quel momento, non se ne è più saputo nulla. La Polizia sembra non interessarsi della faccenda, e anche ai piani alti nigeriani la notizia non sembra scuotere l’animo del Presidente Jonathan, che mantiene il silenzio sulla questione.
E’ invece di pochi giorni fa la notizia che due donne, attive nella protesta affinchè le istituzioni facciano qualcosa di concreto, sono state arrestate, su ordine della moglie del Presidente, ovvero la first lady. Secondo le dichiarazioni di una delle due donne, il Presidente crede che non ci sia stato un rapimento, ma che fosse tutto pianificato per criticare Jonathan, screditandolo così alle prossime elezioni.
Altre fonti hanno poi rivelato che una delle due donne è stata liberata, mentre l’altra è ancora in stato di fermo. Entrambe sono state condotte in una caserma della Polizia, dove non sono state potute vedere da nessuno per alcune ore. Ma la manifestazione portata avanti dalle tue attiviste di qualche giorno fa, e la notizia che ha fatto ormai il giro del mondo, ha contribuito alla scelta del Presidente Jonathan di prendere una decisione, che ha reso pubblica ieri, affermando che le ragazze saranno presto trovate e riportate a casa, e ha chiesto aiuto anche ai leader degli altri Paesi, tra cui Stati Uniti, Inghilterra e Francia e Cina, per aiutarlo nelle ricerche.
#BringBackOurGirls è l’hastag lanciato nei giorni scorsi per appoggiare l’impegno delle donne che rivogliono a casa le loro figlie e sorelle, un impegno che ora sta diventato di portata internazionale. La fermezza e la determinazione è tanta, ma l’ipotesi che aleggia, dopo tre settimane, è che le quasi trecento ragazze siano state vendute come spose.
di Alessandro Bovo
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