Paola Turci respira Patty Smith. Non è solo interpretare le sue canzoni, è raccontare la rabbia, i sogni, i desideri. Un dialogo in musica con Enzo Guaitamacchi, voce di Lifegate. Luci soffuse, un quadro che prende forma, canzoni, ricordi, aneddoti. E’ Spaziomusica. “Da piccola volevo essere Patty Smith”, racconta Paola Turci. Si vestiva come lei, raccoglieva le sue fotografie, la madre le confondeva, in quelle immagini di donne bambine dai capelli lunghi e scuri. Poi c’è l’incontro. “Deludente”, racconta la cantautrice romana. La realizzazione di un sogno, poter rivelare il prorio amore per quella donna ispiratrice della sua passione artistica. “Mi sono trovata davanti un sorcio, i capelli bianchi, i baffi, quell’occhio storto che non mi guardava”. Questo choc si lascia superare velocemente, ma l’altro, quello di non essere presa in considerazione, di non essere guardata nemmeno con l’altro occhio, no. Fa più fatica ad essere cancellato dai ricordi. Però è pur sempre un idolo che si materializza, fisico e non sonoro, su un camper dopo un concerto. “E quando si ama qualcuno si supera tutto”, così Paola Turci ha messo da parte quella piccola delusione e ha reso omaggio alla Sacerdotessa del rock.
Because the night, 1978
Take me now baby here as I am
pull me close, try and understand
desire is hunger is the fire I breathe
love is a banquet on which we feed
come on now try and understand
the way I feel when I’m in your hands
take my hand come undercover
they can’t hurt you now,
can’t hurt you now, can’t hurt you now
because the night belongs to lovers
because the night belongs to lust
because the night belongs to lovers
because the night belongs to us