NIGHTFALL MOTEL: 1/12. Morgan il vampiro

Da Parolesemplici

Mi chiamo Morgan, Morgan Van Hook, sono nato ad Amsterdam il 3 dicembre del 1650, faccio il portiere notturno al Nightfall Motel lungo l’autostrada, sono un vampiro.

Al Nightfall Motel passa di tutto. Coppie di ogni tipo. Suonano al citofono e io dalla mia cabina premo il pulsante che apre la sbarra per il vialetto di ingresso. Arrivano in macchina fin sotto la mia cabina, mi danno i documenti e io gli restituisco una chiave magnetica con un numero di stanza. Il mio turno inizia alle dieci di notte fino quasi alle quattro del mattino. Vivo in una delle stanze del Motel. Non posseggo una macchina e nemmeno un cellulare, ogni tanto guardo la televisione, ma per lo più dormo, dormo tutto il giorno, fino a quando non scende la notte e arriva il mio momento.

La coppia dell’altra sera era una di quelle che io e i ragazzi chiamiamo coppia mancia. Si avvicinano lentamente dentro una SLK grigia. Lui abbassa il finestrino, mi sorride. È vestito con una giacca sportiva, il nodo della cravatta è allentato, fa caldo stanotte. Lui fa scivolare dentro la mia cabina un solo documento di identità. Un passaporto con dentro un biglietto da cinquanta euro. Fanno sempre così quando si portano a letto una minorenne e non può essere registrata ufficialmente. Coppia mancia la chiamiamo io e Jerry in gergo, è un termine che ha inventato Freddy Ciccione. Io sorrido, sfilo la banconota e faccio scivolare fuori dalla cabina la chiave magnetica della stanza numero sette. Adoro le coppie mancia, piacciono un sacco anche a Freddy Ciccione.

Jerry lavora con me al Nightfall Motel. Sia in tre, io, Freddy Ciccione e Jerry. Lo chiamano così perché da bambino era fissato con i cartoni animati. Lo chiama così anche sua madre. Una volta da bambino si era piazzato davanti alla televisione per una settimana di fila, giorno e notte, senza dormire, senza andare a scuola, solo alimentandosi di coca cola e patatine. I genitori avevano dovuto chiedere il ricovero forzato e Jerry era stato in ospedale per un sacco. Da allora il suo cervello non è più cresciuto ed è rimasto un adolescente dentro un corpo da trent’enne. Jerry lavora qui al Nightfall Motel da un bel po’, fa il turno dopo il mio.

Jerry stacca dopo pranzo e Freddy Ciccione lo sostituisce. Freddy ha una cinquantina d’anni e indossa sempre delle enormi tute da ginnastica, dice che da ragazzo faceva il ballerino, ma si vede che è una bugia, ha le gambe storte e pesa quasi centotrenta chili, ma non gli importa, di solito è così strafatto di coca che probabilmente pensa di essere bello, magro e giovane. Freddy Ciccione fa il turno prima del mio e non fa che ripetere ‘mi raccomando se si presenta una coppia mancia avvertimi, io sono alla stanza numero uno ma chiamami, il mio numero lo sai, a qualsiasi ora. No che non dormo’.

A Freddy Ciccione piacciono tre cose: la coca, le ragazzine e spiare le coppie mancia. Dice che capitano sempre a me le buone occasioni perché faccio il turno di notte. Dice sempre ‘dagli la stanza numero nove, quella con il foro sopra il quadro da cui si vede il letto’. Freddy Ciccione va via di testa per questa roba. Quasi mai assegno la stanza numero nove, solo quando Freddy insiste troppo. Ma oggi non c’è la luna giusta per certe cose e io non ho ancora troppa fame. Freddy Ciccione fa quello che dico io. Lo lascio apparentemente libero, mi piace che armeggi ancora con i suoi affari, che si intontisca con la coca, che spinga la sua indole verso il male. In realtà è mio schiavo e mi basterebbe un attimo per distruggerlo, se volessi. Quando non mi servirà più lo divorerò come faccio tutte le volte.

Continua Venerdì 5 Ottobre


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