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Visto in Dvx. Siamo nel 1994, al Langenkamp interpreta la Langenkamp, si è sposata, c’ha un bimbetto, e si appresta a fare un giro di interviste e revival per il decennale dal primo Nightmare, mentre i produttori della New Line (la casa produttrice di tutti i Nightmare) si apprestano a farne un settimo capitolo. Ovviamente la Langenkamp è da un po di tempo che ha incubi ricorrenti legati a Freddy Kruger e viene stalkizzata da un maniaco telefonico… quello che scoprirà quando andrà a parlare con Craven (interpretato da Craven), sarà che Freddy Kruger esiste, è un’entità malvagia che utilizza le forme che più gli aggradano e che lui, bravo Wes che salvi il mondo, lo teneva imprigionato nei film che realizzava ed ora si apprestava a farne un altro appunto perché Freddy’s back! Ovviamente realtà e finzione si fonderanno irrimediabilmente.
Meta cinema come se ci fossero i monsoni. Questo più che un capitolo della saga ufficiale è un film indipendente creato da Craven per gli appassionati del genere in cui ne delinea i motivi e ne mostra alcuni aspetti tecnici (la preparazione delle scene e degli effetti speciali), si insomma, è uno Scream prima di Scream (ci sono pure le telefonate!).
Poi diciamolo subito che sennò poi me lo dimentico, questo film si che è diretto da dio, macchian da presa mobile che segue i personaggi quasi come fossimo in un film di Aronofsky e Wes Craven che ci da dentro in tocchi di classe horror come se non ci fosse un domani. E oltre a giocare con il genere (la morte del marito della Langenkamp è un Nightmare classico… solo che il protagonista canticchia “Losing my religion”; mentre quella dell'amica è un'autocitazione modernizzata) il film si batte per usare il metacinema in maniera continuata e se alcune forzature risultano carine e basta (il finale con la Langenkamp che legge la sceneggiatura dall’inizio come fiaba al figlio), altre scene sono proprio funzionali a creare il mood (come la sequenza del dialogo con Craven, che si può rileggere sul computer dove sta scrivendo al sceneggiatura, lo script si conclude con la scritta “fade to balck” e ovviamente si va in dissolvenza; bravi tutti).
Infine c’è da sottolineare l’autoironia che rimane per tutto il film, dal vomito fecaloide tipo esorcista, alle frecciate contro i protagonisti stessi (“io ero convinta che Wes avesse finito con i film dell’orrore”).
PS: gradito ritorno, la lingua di Freddy che esce dal telefono.
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