L'inno alla scienza formato Nightwish.
Si può? Si può, se ti chiami Tuomas Holopainen e hai appena debuttato da solista con un concept album su Zio Paperone, ma nel dettaglio ne abbiamo parlato giusto ieri per non dover dilungarci poi qui.
Anche per questo varrebbe la pena di approfondire a dovere la questione del concept (concept che è riuscito a metà, diciamolo subito), spendendosi ampiamente sui testi, le filosofie, i riferimenti letterari che hanno fatto scaturire questo lavoro, partendo da L'origine della specie di Charles Darwin passando per le narrazioni di Richard Dawkins (uno dei pezzi grossi del neodarwinismo, per l'appunto, nonché della corrente neo-atea)
Scuse del Recensore
Ora: confesso che il tema di questo pseudo-concept è uno di quelli che a me intrigano parecchio, specie se confrontato ai soliti dannati e retorici polpettoni fantasy che il genere ama propinare di continuo, ma proprio per questo non me la sento di trattarlo in questa sede, che già la recensione m'è uscita abbastanza lunga così.
Facciamo il solito proverbiale nodo al fazzoletto (o alla mutanda trafugata da happosai), al massimo, e (se v'interessa) rimandiamo l'argomento ad un'altra occasione:
oggi (s)parliamo quasi esclusivamente di Musica, e sì, badate bene a quella M maiuscola perché non l'ho certo messa a babbo.
Track by Track
1. Shudder Before The Beautiful: bel pezzo energico e decisamente da Nightwish (e ai 4:00 mi ha ridestato un qualcosa anche dei miei cari Blind Guardian), forse un po' prolisso, ma con un finale straordinariamente epico
2. Weak Fantasy: molto protagonismo compositivo da parte del signor Marco su questo pezzo, che richiama anch'esso al glorioso passato della band buttandoci dentro però una ritmica incalzante decisamente originale e movimentata per gli standard dei Nightwish, con una schitarrata acustica favolosa a presagire il cantato dello stesso Hietala. M'è piaciuto tantissimo
3. Elan: beh, anche qui abbiamo un classico pezzo Made in Holopainen, in particolare il classico singolo che ti deve vendere l'album e spadroneggiare sulle finniche radio. Che dire, fa il suo, ma...sinceramente? Per me, niente di più
4. Yours Is An Empty Hope: è un po' l'inevitabile battle theme che ripresenta di album in album le medesime caratteristiche e riff, un brano quindi bello ed indovinato, anche se dall'andamento per un buon 80% prevedibile (ma quel 20% per chi scrive basta e avanza a non renderlo scontato)
5. Our Decades In The Sun: questo brano dovrebbe giustificare l'impiccagione di tutti quei fan che questionano le doti vocali di Floor Jansen, ed evidenzia la malcelata voglia di Tuomas di tuffarsi in una sperimentazione più spiccatamente sinfonica, forse meno metallara (A Lifetime of Adventure portami via: il coro è praticamente identico alla title-track del concept). Personalmente, uno dei pezzi dell'album che preferisco
6. My Walden: Troy Donockley, anche lui reduce dal paperonico album solista di Tuomas, si conferma un cornamusaro celtico di prima scelta in quello che si rivela essere un pezzo celtic-rock a tinte Nightwish (e siccome io amo la musica celtica, potete immaginare il mio gaudio), ne viene fuori qualcosa di degno del miglior Mike Oldfield, o degli Eluveitie, ma sempre con l'impronta Holopainen percepibile nitidissima qua e la. Capolavoro, da ascoltare e riascoltare
Pausa Caffè
Tutto bene finora ? Vi state divertendo ?
Bene, facciamoci un break assieme che qui le cose vanno per le lunghe e c'è sempre quella canzone gigante finale che incombe...comunque lavoro, famiglia, tutto apposto ? Vita sentimentale ? Bevete eh, che sennò poi si fredda.
Ok, pronti?
Track by Track [reprise]
Hai capito che gambe la Floor ? Se l'Olanda me la regala, magari mi scordo della Barcaccia. Speditela in coppia con Sharon den Adel per essere sicuri
7. Endless Forms Most Beautiful: ecco, parlando di Holopainenianeità la title-track è proprio IL pezzo da Nightwish per eccellenza...che forse il solo lavoro chitarroso di Emppu (attorniato da tastiere e cori) riesce davvero a trascinare oltre la banalità: non è una brutta canzone, intendiamoci, ma è uno dei motivi per cui da tempo sostengo che Tuomas sia un po' "prigioniero" di se stesso con i Nightwish, meno libero di potersi risparmiare certe canzoni che i fan cercano pedissequamente, forse anche quando sarebbe opportuno lasciare stare8. Edema Ruh: è dopo Elan il pezzo radiofonico e catchy del malloppo per eccellenza, solo che a differenza della traccia numero 5 l'ho trovata spiccatamente più originale, ispirata e coinvolgente: fosse dipeso da me, il singolo trainante sarebbe stato certamente questo, una canzone veramente ben fatta che può piacere ad un pubblico abnormemente eterogeneo
9. Alpenglow: altro pezzo da Nightwish, più in linea con il loro stile moderno e sopratutto ennesima e cristallina testimonianza di come la voce di Floor s'integri perfettamente con tutte le sonorità della band, passando da una dolce soavità ad un'intransigente durezza nel tempo di un istante.
10. The Eyes Of Sharbat Gula: un brano ispirato dalla celeberrima foto scattata da Steve McCurry nel 1984, vero e proprio manifesto dell'Afghanistan bellico dei tempi moderni e, più in generale, di una certa conflittualità nel mondo islamico quanto mai tristemente attuale...e, siccome le atmosfere esotico-oniriche di questa strumentale suonano decisamente azzeccate, per me l'esperimento è riuscito, anche se forse è uno di quelli che in quest'album suona un pochino lasciato a se stesso
11. The Greatest Show on Earth: la suite che da sola, coi suoi 23:58 minuti, rappresenta tipo metà buona di tutto l'album. Ecco...se dici Nightwish e dici suite, almeno a me, non puoi che riportarmi alla mente Ghost Love Score (che come dissi è il mio pezzo preferito della band), ma specifichiamolo subito: qui ci troviamo di fronte a qualcosa di del tutto diverso, più complesso, "composto" e meno uniforme...del resto si narra una cosetta come l'origine dell'esistenza, con tanto di versi animali, flauti, clavicembali, strumenti di etnie e culture che secondo me si sono pure scordate di averli inventati.
Ora, in quanto a tecnica, esperienza e creatività non si può discutere un lavoro del genere, ci si deve giusto levare il cappello. Però...eh, però non l'ho trovato quel summa definitivo che forse i Nightwish (leggi: Tuomas) volevano fosse, forse perché una suite a tratti limitata dalle sue stesse spaventose ambizioni, o forse sono io che devo prendermi quei 3-4 giorni liberi per riascoltarmela un po' di volte per "capirla", è del tutto possibile...
Strafare
(disse Excel Saga)...ma è anche possibile che un pezzo simile stia in un album che in fin dei conti non è il concept che vorrebbe essere, limitandone di fatto la resa.
Perché, tornando a parlare del disco nella sua interezza, è come se Endless Forms Most Beautiful possedesse più anime: un concept album sull'origine della specie, un "solito" disco dei Nightwish, un'estrosa sperimentazione strumentale molto prossima al lavoro solista di Tuomas, un (riuscitissimo) inserimento di Floor nelle dinamiche del gruppo...
Insomma, tante anime per un filo conduttore (darwiniano) forse troppo debole in rapporto a tali sconfinate ambizioni creative
Concludendo
Tirando le somme, ci troviamo di fronte ad un sacco di pezzi meravigliosi, alcuni per me dei veri e propri capolavori, e ad un album che nel complesso definirei ottimo...ma, come dire, estremamente duale a percepirsi
Intendiamoci: non c'è niente di brutto in Endless Forms Most Beatufiul.
Vi proibisco anche solo di pensare che io lo stessi pensando!
Però...
Però c'è effettivamente qualcosa che non funziona al 100%, non proprio quello che definiresti un difetto (nemmeno uno di circostanza) se non tirando in ballo la sopracitata retorica di certi brani (per altro affatto brutti) che per forza di cose va a minare coesione e originalità del lavoro.
Di mio, dovessi dire, sono felicissimo di una cosa: non mi sarei mai sognato di trovare certe sperimentazioni in un disco dei Nightwish, temendo fossero esclusiva di un eventuale proseguo del Tuomas solista.
Però ci sono.
E non sono nemmeno timidi accenni, come si potrebbe pensare, anche se pur sempre attorniati da quell'ovattata armatura che i Nightwish indossano per continuare a tenersi stretti (e proteggersi da) i propri fan più sfegatati
Ma, in definitiva, va bene così.
La strada (e la cantante) è quella giusta, anche se ancora lunga:
e Viva Dio (o Darwin, fate voi), perché i Nightwish hanno quasi vent'anni, eppure sembra sempre abbiano appena iniziato a dirci qualcosa.
Qualcosa di bellissimo.