Nimis, riaperto antico sentiero Torlano-Ramandolo

Creato il 04 aprile 2013 da Appnetwork

A Nimis (Ud) al via il recupero della sentieristica con un primo importante progetto di valorizzazione e promozione del territorio che va a buon fine: dopo un anno di lavoro, infatti, è stato riaperto un antico tracciato che conduce dalla frazione di Torlano a quella di Ramandolo.

“Il sentiero si stacca dalla strada principale che conduce, poi, a Taipana, di fronte al ristorante ‘Al Friuli’ di Torlano – spiega il sindaco, Walter Tosolini -; il punto di avvio è ben segnalato e da lì si parte a piedi alla scoperta del paesaggio, del verde dei boschi e delle vedute panoramiche che si godono sulla vallata. Il tracciato è per tutti e, grazie a palificazioni, scalini e brevi staccionate, consente di raggiungere uno dei luoghi più belli e frequentati di Nimis: l’area della chiesa di Ramandolo, che conserva splendidi affreschi e che si inserisce in un contesto ambientale di rara bellezza”.

Camminando con calma il sentiero si percorre in circa 25-30 minuti. Per il taglio del nastro del tracciato, che un tempo collegava Torlano alla borgata montana di Chialminis, oltre al sindaco e ai membri della Pro Loco Torlano, anche il parroco, monsignor Rizieri De Tina, che ha benedetto l’opera. Il sentiero ha duplice valenza: può essere percorso per fare una rilassante passeggiata ma può anche rappresentare un cammino di fede, poiché conduce alla chiesa di Ramandolo.

In occasione dell’inaugurazione, il sindaco Tosolini ha ricordato la leggenda secondo cui l’usanza di far ‘correre’ le uova di Pasquetta sui prati risalirebbe al cosiddetto “Trattato dell’uovo”: in sostanza, sui pendii tra Artegna e il Collio, per dividere territorialmente le zone abitate da comunità di lingua e cultura slava da quelle latino-longobarde, si utilizzarono proprio le uova: fatte rotolare dalla sommità dei pendii, una volta giunte a valle e ferme, avrebbero indicato il lime, cioè il confine, in punti poi uniti a creare una linea di demarcazione. Secondo la leggenda il “Trattato dell’uovo” permise poi una pacifica convivenza tra le genti slave e latine.



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