Ebbene si, il momento è arrivato.
Non che fosse atteso, anzi au contraire.
Sono stata tutto ieri a dire:
- Non sono pronta per lasciare Parigi, non ancora -
o a fingere incidenti e dolori invalidanti:
- Mi sono fatta male non possiamo partire -
di fronte a un Lui mesto e afflitto che non aveva neanche la forza di rispondermi come meritavo (tipo - smettila di fare la cazzona -).
Ma tant'è che il tempo della dipartita è giunto inesorabile e crudele, col suo carico di nostalgia e malinconia (dalla sera prima cazzo! Eravamo ancora a Prigi e già mi mancava!).
Di cose da dire ce ne sarebbero tante e di foto da postare di più ancora, per questo mi prendo del tempo, non vi arrabbiate vi prego siate clementi e comprensivi con me. Mi serve per fare mente locale, organizzare pensieri e fotografie, vi chiedo un po' di pazienza: ve lo immaginate vero cosa significa tornare da un viaggio no?
Significa che oltre a subire un down emotivo inconciliabile con il ritorno alla realtà e ai suoi ritmi, ci tocca anche affrontare tutte quelle odiatissime e noiosissime incombenze che con lungimiranza abbiamo lasciato in sospeso per il rientro, liquidandole con la tipica e intelligentissima frase - Ci penso quando torno -.
Si, come no, geniale direi.
Mi pare di vedermi una settimana fa mentre la pronunciavo soddisfatta, con quell'aria baldanzosa e strafottente di chi già si sente in vacanza e certe cose non la sfiorano nemmeno.
La revisione della macchina, l'assicurazione, il lavoro, il commercialista, cosa contano nella mia vita? Nulla.
Non sono fondamentali adesso perchè io sto per partire per Parigi, per ben 6 giorni e perciò come vedi posso tranquillamente rimandarle a dopo. Che lusso quando il tempo pare fermarsi per te soltanto.
Solo che poi ti aspetta, il bastardo, sia mai che passando si porti via con sé le preoccupazioni quotidiane.
E infatti (come è ovvio che sia) dovreste vedermi ora, piegata sotto il peso di quelle questioni che ormai sono diventate i.r.r.i.m.a.n.d.a.b.i.l.i, quelle che vanno affrontate e risolte s.u.b.i.t.o, p.r.i.m.a.d.i.m.o.
Un attimo vi prego, un attimo soltanto voglio sognare ancora un po'. Devo riprendermi.
Chi sono? Come mi chiamo? Cosa diavolo ci faccio io qui?
Dove sono le centocinquanta linee della metro con cui posso raggiungere ogni angolo della città e ogni stazione ha il suo colore, il suo stile, anche i seggiolini per sedersi?
Le architetture affascinanti e imponenti?
E i negozietti colorati, con le vetrine curatissime e i caffè coi tavolini all'aperto con la gente che mangia a tutte le ore e io sbircio nei piatti e ci vedo sempre l'insalata e qualcos' altro?
Dove i bounjour madame, mercie, à toutes les heures, à bientot, che pare che cantano invece di parlare?
E quel sole estivo che mi faceva girare in canottiera?
E le giornate da inventare, programmare con la guida sempre in mano, per poi stravolgere tutto e lasciarsi andare al caso? Eh me lo dite voi amme?
Dove la magia e il fascino dell'imprevisto, dell'improvvisazione?
Ridatemi il pain au chocolat, i croissants e poi stasera voglio fare l'aperitivo al Tapas Bar e dopo al restaurant diventare scema davanti a un menù in francese e allo stremo delle forze chiedere quello in inglese (ammetto i miei limiti, non je la posso fa) e scoprire che ce l'hanno. Vabbè almeno c'ho provato da sola prima.
E la mia reflex sempre al collo, e gli occhi avidi di forme nuove e sconosciute, i sensi all'erta, odori e suoni così diversi, tutto da scoprire e da esplorare. Dove andiamo oggi? Cosa ti va di fare? Mon dieu c'è l'imbarazzo della scelta! E la sera c'è la nostra casetta che ci aspetta, quella con i tavoloni di legno per terra che scricchiolano quando ci cammini sopra a piedi nudi, con due bagni e un salone che solo lui è grande come tutta casa nostra a Roma.
La nostra maison tres jolie prestata, gentilmente offerta da un'amica, che sennò corcà che ce la potevamo permettere. Dov'è tutto questo?
Me viè da piange, posso? Mi sembrano valide le mie ragioni no-o?
E sono qui davanti al monitor del mio picci e tutto questo è già passato. Un misto di tristezza e gioia insieme, un peso sul petto e le farfalle nella pancia se un ricordo mi sorprende all'improvviso.
Gratitudine è la parola di oggi, per quello che ho provato, che ho vissuto, per l'esperienza che è stata questo viaggio per me e per noi due. Perchè aggiungeremo un tassello alla nostra storia di vita, ricordi e immagini e profumi tutti nostri, da conservare e andare a trovare ogni volta che lo desideriamo. Saranno lì, a nostra disposizione sempre e per sempre. Come fossero un tesoro, il nostro.
Così a giorni pubblicherò il racconto di questo viaggio. Parole e foto, che solo quel modo conosco e mi appartiene. Sto meditando di farlo a puntate, che tutte insieme vi ubriacherei!