Mi è venuto spontaneo pensare ai grandi cambiamenti degli ultimi tempi che, con l'avanzare del progresso, hanno visto le campagne sfollarsi per riempire la città. Il progresso è una cosa molto buona come diceva Bacone, perché aiuta il corpo a cooperare per il bene. Lo espone, però, a rischi maggiori. La città, con il suo duro cemento, ha voluto chiudere agli occhi dell'uomo il grande libro della natura che con la sua stessa esistenza e i suoi ritmi gli parlava di Dio. I ritmi frenetici della città soffocano i momenti di silenzio, tempestano di rumori assordanti l'udito.
Riflettendo, gli Ebrei sembra che abbiano ragione a boicottare le città! E le città sono diventate teatro di tante vite, e non se ne può fare a meno. La natura insegna la riflessione, la pazienza dell'attesa, lo stupore per le coese più semplici. Tutto soffocato dal cemento, dai ritmi frenetici imposti dalla società odierna...