Ninja assassin non è nient’altro che ciò che lascia intuire il titolo. Un film su un ninja assassino. Chiaramente questo non dice molto sull’effettiva qualità della pellicola. Si può aggiungere vi recitano Shō Kosugi, reale esperto di ninjutsu, nonché volto cinematografico del ninja in svariati film, dagli anni ’80 in avanti (e anche modello di Rikimaru in Tenchu, fra l’altro), e il bello e bravo cantante pop Rain in veste di protagonista.
Il tutto coordinato e diretto da James McTeigue, già regista di V per Vendetta, e prodotto dai fratelli Wachowski, padri di Matrix.
Si tratta dunque di un film occidentale su tematiche prettamente orientali, strada impervia e lastricata di buone intenzioni divenute pessimi film. Diversamente da L’ultimo samurai, tanto per fare un esempio, qui non si trova la fascinazione poetica per un passato in evanescenza, rappresentato come in una cartolina d’autogrill (Tom Cruise samurai?) ma la trasposizione moderna e attualizzata di una figura da sempre apertamente simbolica e carica di fascino, qual è, appunto quella del ninja.

Chi ha presente la scena della resa dei conti coi coltelli sul finale di V per Vendetta potrà facilmente figurarsi il taglio generale del film, molto action, violento, iperbolico. Non ci sono i voli col wire-work tipici dei wuxia-pian cinesi (Hero, La tigre e il dragone, ecc…), ma scontri all’arma bianca (katana, kusari-gama, shuriken) molto efferati, con ettolitri di sangue, amputazioni, smembramenti. Non si tratta dunque di una storia poetica e delicata, anche se la trama rimanda a intrecci relazionali stereotipici ma efficaci, nel costruire affetti, ricordi, motivazioni per il dilagare della violenza.

A livello recitativo si nota, come sempre in questi casi, la grande differenza espressiva fra gli attori occidentali e orientali, differenza che però contribuisce a tenere separati i due mondi presentati, la luce del sole e l’ombra della notte, e rende bene il senso di chiusura e schiavitù morale in cui si muovono i ninja, carnefici ma allo stesso tempo vittime, contrapposto alla relativa libertà e vitalità del mondo esterno.
In definitiva un film efficace e diretto, che riesce a intrattenere e divertire, traendo spunto dalla cinematografia di genere, che viene debitamente omaggiata (Bandiera gialla, La rabbia giovane), nonché dal vasto e vario sottobosco culturale delle arti marziali, dei manga (Basilisk, Ninja Scroll, Samurai Champloo) e dei videogame (Ninja gaiden, Shinobi, Ninja blade). Un piacevole diversivo ai tradizionali action-movie, ai tradizionali asian-movie, e alla noia, per riempire un freddo pomeriggio invernale con un pò di esuberante epicità dal marziale.
Non temere l’arma, temi chi la impugna.