7 aprile 2013 Lascia un commento
Migliori non nasconde la sua eta’ e quando si presenta mette le mani avanti dichiarandola apertamente come per scusarsi, affermando in realta’ il diritto di avere ancora molto da dire ed e’ sufficiente ascoltarlo pochi minuti per rendersi conto innanzitutto di quale persone squisita egli sia, che forza e freschezza dimori tuttora negli intenti e nelle opere recenti come in quelle piu’ datate. Non ultima, la lucida coerenza di un lavoro piu’ che decennale proteso nel cogliere un’emozione da portare fuori dei se’, dagli occhi e dal cuore passando per la macchina fotografica, mezzo meccanico che niente puo’ oltre ad obbedire alla passione di un momento sul quale costruire con mano maestra la sua opera. Migliori in effetti rappresenta il miglior connubio possibile tra il fotografo e l’artista, colui per il quale l’immagine e’ un punto di partenza, anzi il materiale grezzo sulla quale la fotografia s’imprime laddove carta fotografica, polaroid e quant’altro, rientrano nel computo degli strumenti coi quali il fotografo ritrae il mondo circostante trasformandolo in un universo iperreale, fondato sul dettaglio e sulla tecnica necessaria a riprodurlo.
Sessant’anni di carriera sono lunghi e ben spesi laddove Migliori e’ riuscito egregiamente a passare dalla pura ritrattistica di persone e luoghi, della sua citta’ Bologna come del meridione d’Italia, sino ai primi esperimenti compiuti direttamente sulla pellicola fotografica espandendo le diverse tecniche gia’ introdotte da Man Ray come ad esempio l’impressione tramite contatto di oggetti sulla pellicola e aggiungendo elementi quali il calore, la polarizzazione, l’ossidazione o i liquidi, in scia del resto alle sue frequentazioni dell’ambiente informale.
Nel corso degli anni persiste un alternarsi di tecniche e vere e proprie invenzioni, spesso intuizioni tanto semplici quanto sorprendenti. Ecco quindi la realta’ pittorica delle polaroid trasformate in paesaggi impressionisti piuttosto che dorate icone russe che si affiancano a visioni pop di sesso e guerra o ancora natura morta nel progressivo morire e natura dalla morte invece ritardata.
Ritratti di Bologna nei contrasto del bianco e nero o nei suoi muri, libro aperto di un pensiero popolare e ancora gli omaggi al Guercino e a Carracci.
L’elenco dei suoi progetti e’ lungo e la mostra offre un’ottima selezione del tanto materiale prodotto dall’artista.
A corredo dell’esposizione consiglio la visione del mediometraggio dedicato a Migliori, un’ampia intervista che ripercorre le sue opere e le tecniche utilizzate ma ancor meglio restituisce la sua figura carica di umanita’ e intelligenza.
Antologica importante per un artista le cui opere risiedono nei musei e nelle gallerie d’arte di tutto il mondo, un giusto ed orgoglioso tributo della citta’ di Bologna ad un suo figlio illustre.
Mostra di Nino Migliori a Palazzo Fava, Bologna
Documentazione sull’antologica