In risposto alla campagna avviata da #Miiquality
Nonostante la campagna di sensibilizzazione avviata da un nutrito gruppo di fan, Tomodachi Life, ultima fatica sociale di Nintendo, non permetterà di intrattenere relazioni omosessuali. Come saprete il gioco consente di far svolgere ai Mii molte azioni tipiche della vita quotidiana, incluso avere rapporti e sposarsi con altri Mii di sesso opposto.
La campagna #Miiquality chiedeva (e in realtà chiede ancora) a Nintendo di permettere anche le relazioni omosessuali, almeno nella versione occidentale del gioco. Messa sotto pressione, la grande N ha risposto negando questa possibilità, con motivazioni debolissime.
Sostanzialmente per Nintendo, Tomodachi Life non ha nessuna intenzione di rappresentare la società o di essere un simulatore di vita alla The Sims, ma vuole essere un gioco estroso e stravagante. Quindi in un gioco estroso e stravagante ci si può sposare tra coppie eterosessuali e non tra coppie omosessuali?
Ovviamente molti non l'hanno presa bene, a partire da Tye Marini, fan di Nintendo che ha guidato la campagna. Marini ha fatto notare che il gioco è basato quasi completamente sulla rappresentazione di eventi realistici compiuti dai Mii creati dai videogiocatori, che possono dargli nome e cognome e sceglierne la personalità, arrivando a stabilire relazioni, tranne nel caso dell'omosessualità.
Di suo, Tye Marini si è dimostrato davvero intelligente e civile, invitando i fan a non boicottare il gioco ma a fare altre pressioni su Nintendo, tramite l'hashtag #Miiquality, per sanare la situazione. Nintendo dal canto suo si è messa in ascolto per valutare nuovamente il da farsi. Magari se non lo sarà con Tomodachi Life, la campagna potrebbe essere utile per titoli futuri che dovranno sicuramente tenerne conto.
Fonte: CVG