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Nishino Yukihiko no ai to bōken (ニシノユキヒコの恋と冒険, Yukihiko Nishino's Love and Adventure)
Creato il 18 agosto 2014 da Makoto @makotosterNishino Yukihiko no ai to bōken (ニシノユキヒコの恋と冒険, Yukihiko Nishino's Love and Adventure). Regia e sceneggiatura: Iguchi Nami. Soggetto: dal romanzo di Kawakami Hiromi. Fotografia: Suzuki Akihiko. Musica: Nanao Tabito. Interpreti: Takenouchi Yutaka, Ono Machiko, Narumi Riko, Asō Kumiko, Kimura Fumino, Honda Tsubasa, Agawa Sawako, Nakamura Yurika. Durata: 122 minuti. Uscita in Giappone: 8 febbraio 2014.
Link: Trailer – Sito ufficiale (con altro trailer)
Punteggio ★★1/2
Nishino (cognome) Yukihiko (nome), è decisamente un bell’uomo. La sua aria raffinatamente trasandata, il suo ritmo leggermente allentato, la sua disponibilità agli eventi che oscilla tra gentilezza e lascivia, ne fanno automaticamente un oggetto di desiderio per signore di tutte le età. E lui, anche se pare sempre un po’ svogliato, non si tira mai indietro. La sua serendipity è tale che, in più di un’occasione, si ritrova con due delle sue amanti, non a letto ma intorno al tavolo di un bar o a casa di qualcuna. Le donne schiumano, tentano la rissa ma lui, olimpico, lascia fare, tanto sa che torneranno e che se non torneranno loro, ne verranno delle altre. Un talento naturale o, in termini, un po’ dispregiativi, un farfallone.
Il suo vero problema, però, è che lui vorrebbe trovare il grande amore, sposarsi, fare una famiglia. Nessuna però gli crede. Anzi, sotto questo punto di vista è molto meno attraente. Condannato a questa incomprensione, passa di donna in donna, leggiadro e disincantato, senza mai desistere dal proporsi in matrimonio. Ma il destino ha altro in serbo per lui …
Iguchi Nami ha esordito nel 2001 con Inuneko, un film in 8 mm. che le valse un premio al PIA Film Festival. Nel 2004 ne fa una nuova versione in 35 mm., sempre con il titolo Inuneko (The Cat Leaves Home) che le fa vincere il Torino Film Festival. Un film intelligente e sensibile, dagli espliciti omaggi a Ozu, a cominciare dallo stile dei titoli di testa. Tre anni di silenzio e nel 2007, realizza Hito no sex wo warauna (Don't Laugh at My Romance), altro film toccante con una Aoi Yū in piena forma.
Ora, dopo un episodio nell’omnibus Hikarie eiga (2013), si ripresenta con questo Nishino Yukihiko no ai to bōken (la cui traduzione letterale è “Amori e avventure di Yukihiko Nishino”), tratto dal romanzo omonimo del 2006 di Kawakami Hiromi, una scrittrice che si potrebbe dire sintonica con la Iguchi per delicatezza e espressività subliminale e che sta cominciando a essere conosciuta anche in Italia con le traduzioni di Antonietta Pastore per Einaudi.
Lo stile “alla Ozu” c’è sempre – la camera sempre abbastanza bassa, anche se non ad altezza tatami, la maggior parte delle inquadrature fisse, l’uso di “transizioni”, cioè immagini fisse di esterni per segnare il passaggio da una scena all’altra, un uso moderato dei primi piani – così come ci sono sempre una sensibilità notevole alle movenze e alle psicologie delle persone e uno stile complessivo non gridato ma fatto di sfumature che si compongono in significato. Al di là di questi meriti indiscussi, però, l’impressione è che in questo film la creatività ristagni un po’. Da un lato perché di figure come quella del protagonista nel cinema europeo, in particolare francese (non solo Truffaut), ce ne sono già tante. Dall’altro perché la “solitudine” del protagonista, anziché essere mostrata, viene dichiarata dai personaggi e addirittura da una voce fuori campo, svuotandone così l’afflato esistenziale. Forse la Iguchi con questo film voleva giocare, seppur in senso propositivo, ma mi ha fatto un effetto meno toccante dei due film precedenti. Anche il ricorso a una per quanto intelligente forma di racconto nel racconto con l’intervento persino di un fantasma, è sì divertente nell’assunto ma non aggiunge nulla all’economia della storia. Speriamo di non dover aspettare altri tre o quattro anni prima di vedere il prossimo film di quella che comunque è una regista da tenere sempre d’occhio.
Takenouchi Yutaka nel ruolo di Yukihiko è bravo e piacente nel giocare la parte; rispetto a suoi possibili predecessori francesi e italiani, può mancare di grinta e strafottenza ma compensa con morbidità e fatalismo. Fra le varie donne che gli ruotano intorno, Asō Kumiko compare poco, fredda e suggestiva come sempre, mentre la parte del leone come espressività la fa Ono Machiko, vista di recente in Like Father, Like Son di Koreeda. Narumi Riko, deliziosamente un po’ meno massiccia e un poì più donna, è la vicina di casa che passa dal balcone per cercare il gatto in casa di Yukihiko e poi lo aspetta dormendo sul divano. Il sogno di ogni uomo. [Franco Picollo]
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