Chissà se, tra qualche anno, i Verdi tedeschi considereranno la scelta antinuclearista di Angela Merkel come una vittoria di Pirro. Diciamo che i presupposti sembrano esserci tutti. E anche che, con tutta probabilità, dovremo smettere di considerare la Germania come il campione della produzione di energia pulita.
Secondo quanto riportato dal quotidiano economico Handelsblatt, infatti, la svolta compiuta dal governo di Bonn prelude a tempi molto duri per l’ambiente. Fino ad oggi, la Germania ha prodotto il 46% di elettricità con carbone e lignite, il 23% con il nucleare e il 20% con energie rinnovabili.
Ma ora tutto è cambiato, ed è evidente che le nuove politiche energetiche tedesche avranno un impatto considerevole non solo sulle bollette dei cittadini, ma anche sulla qualità dell’aria che essi respireranno.
Poiché la costruzione di nuove centrali a gas sarà una condizione necessaria, ma quasi sicuramente non sufficiente, per soddisfare il fabbisogno energetico della Germania. E allora si dovrà incrementare anche la produzione di carbone, con un considerevole aumento delle emissioni di Co2.
Dunque, quella che in un primo momento è sembrata una decisione “ecologicamente corretta” rischia di trasformarsi in un boomerang. E il futuro dei tedeschi appare essere sempre meno verde, e più nero.