Morbillo - Fotolia
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Se state pensando di trascorrere qualche giorno a Disneyland, nel parco divertimenti più famoso al mondo, forse questo non è affatto il momento giusto. Dall’inizio dell’anno in California si registrano numerosi casi di morbillo tanto da parlare di emergenza.
Vaccino contro il morbillo. No grazie!
Il morbillo è una delle principali malattie esantematiche che si contrasta con il vaccino, quindi perché è tornata a diffondersi una malattia considerata ormai facile da curare? Perché molti genitori non vaccinano i propri figli. Il motivo del rifiuto è nella paura degli effetti collaterali, soprattutto nel presunto legame tra vaccinazione e autismo messo in risalto da uno studio falsato – dunque scientificamente inattendibile – del medico inglese Andrew Wakefield.
In America il vaccino contro il morbillo è d’obbligo per accedere agli istituti scolastici, eppure si può essere esonerati dal farlo se i genitori presentano una richiesta che attesta motivazioni religiose. In Italia non c’è obbligo, tanto che si è registrato circa il 15% di vaccinazioni in meno rispetto allo scorso anno. È un dato preoccupante perché anche in Italia, come in America, si potrebbe assistere al ritorno di una malattia esantematica sconfitta da tempo con i vaccini.
Morbillo: contagio e rischi
Tutte le persone colpite dal morbillo hanno una qualche relazione con il parco divertimenti californiano, dunque è molto probabilmente che il paziente 0 – la persona che ha il virus del morbillo – non era vaccinato, e andando a Disneyland ha diffuso il virus contagiando lavoratori, turisti e bambini. Nel tentativo di bloccare l’emergenza, è stato diffuso il divieto d’ingresso al parco a tutti coloro che non sono vaccinati contro il morbillo.
Anche se oggi il morbillo non desta gravi preoccupazioni, è utile ricordare che fino al 1963 in America circa 500 persone al giorno morivano a causa di questa malattia. Adesso non è il caso di allarmarsi, ma di certo c’è che se le vaccinazioni continuano a diminuire, aumentano le possibilità di tornare a una situazione socio-sanitaria simile a quella di 50 anni fa.
Fonte: LaStampa