Con la modifica introdotta al Senato al dl "svuota-carceri" non solo non scatterà più la custodia cautelare in carcere per gli stalker, ma anche per chi finanzia illecitamente i partiti e chi rende falsa testimonianza. E' la conseguenza di un emendamento presentato dal gruppo Grandi autonomie e Libertà e poi approvato a Palazzo Madama. Da Pd e Pdl richieste per reintrodurre l'arresto per stalking.
La settimana scorsa, in commissione Giustizia del Senato e poi in Aula, è stata approvata una proposta di modifica al decreto cosiddetto "svuota-carceri" che aumenta il tetto massimo, perché scatti la custodia cautelare in carcere, dai 4 a 5 anni. A presentarlo è stato Lucio Barani, del gruppo Gal; ha poi ricevuto parere favorevole del governo ed è stato approvato dall'intera maggioranza.
Le conseguenze di questa modifica sono di una certa importanza: non solo non ci sarà più il carcere preventivo per chi commette il reato di stalking, ma anche per chi finanzia illecitamente i partiti, per l'abuso d'ufficio (la pena massima di questo reato era stata portata a 4 anni nella precedente legislatura), per chi rende false informazioni ai pm.
Si "salvano" infine dalla custodia cautelare anche i reati di favoreggiamento, contraffazione, introduzione nello Stato e vendita di marchi contraffatti. Sono tutti reati per i quali è prevista una pena massima di 4 anni. Mentre ormai il tetto perché scatti la custodia cautelare in carcere è di 5 anni.
In commissione Giustizia della Camera ora si vorrebbe modificare il testo del decreto per tornare alla versione licenziata dal governo, ma il Pdl non sembra intenzionato a rinunciare alle modifiche introdotte al Senato. E il tempo stringe visto che il decreto è atteso nell'Aula di Montecitorio per mercoledì.