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No alle trivelle: Menfi propone di impugnare l’art. 38 del decreto Sblocca Italia

Creato il 14 ottobre 2014 da Comunalimenfi
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No alle trivelle in Sicilia: Da Menfi arriva la proposta di delibera comunale per avviare l’impugnazione dell’art. 38 del decreto Sblocca Italia in quanto incostituzionale.

Siamo noi, rappresentanti scelti dai cittadini, che dobbiamo decidere quale visione per il futuro vogliamo dare ai nostri territori. E oggi diciamo forte e chiaro che non è quella del petrolio, ma di una sviluppo sostenibile basato sulla tutela delle nostre risorse tipiche e del mare. Per questo i Comuni siciliani sono qui a fare fronte comune ed è doveroso da parte nostra coordinare questo sforzo. Il primo passo è una proposta di delibera comunale per chiedere al governatore della Regione Siciliana di impugnare l’articolo 38 del decreto Sblocca Italia in quanto incostituzionale e che faremo circolare tra tutti i Comuni perché la adottino, così come proposto dal Comune di Menfi”.

«La Sicilia non è il Texas e i Comuni siciliani faranno e fronte comune per chiedere al governatore Crocetta di impugnare l’articolo sulle trivellazioni petrolifere».

Queste le parole che il vice presidente di AnciSicilia, Paolo Amenta, sindaco di Canicattini, ha pronunziato a Licata, in rappresentanza dell’associazione dei Comuni siciliani, a bordo della Rainbow Warrior, la nave di Greenpeace, tornata in questi giorni in Sicilia per denunciare, assieme all’Anci, alle Associazioni del Turismo e della Pesca, lo scempio delle trivellazioni petrolifere in mare.

Dal Comune di Menfi arriva la proposta di delibera comunale per chiedere al governatore della Regione Siciliana di impugnare l’articolo 38 del decreto Sblocca Italia in quanto incostituzionale. Iniziativa che verrà fatta circolare tra tutti i Comuni perché la adottino.”

A bordo della nave ecologista, con il patrocinio di AnciSicilia, è nato il coordinamento delle amministrazioni siciliane, per fermare il progetto “Off-shore Ibleo” di Eni, che prevede due perforazioni “esplorative” (Centauro 1 e Gemini 1) e sei pozzi di produzione commerciale (Argo 2 e Cassiopea 1-5), nelle acque del mare di Licata, lungo la costa che dal Ragusano va verso Gela, che ha ricevuto il parere favorevole da parte del ministero dell’Ambiente e della tutela del Territorio e del Mare.

Un progetto, che assieme agli altri 13 in fase di approvazione nel Canale di Sicilia e al decreto “Sblocca Italia” del governo nazionale, apre alle trivellazioni, mettendo a rischio le risorse e le ricchezze del mare oltre che l’economia turistica dei Comuni costieri siciliani, e il modello di sviluppo ecosostenibile su cui i territori stanno lavorando per il proprio futuro.

«Bisogna che una volta per tutte la politica nazionale e quella regionale – ha sottolineato Amenta durante il suo intervento – ci dica cosa immagina di fare della Sicilia. Se trasformarla in una piattaforma industriale, con le trivellazioni petrolifere, come prevede il decreto Sblocca Italia; in una piattaforma militare americana con il Muos, come sta lasciando fare la Regione; o si vuole invece seguire la strada delle valorizzazioni delle risorse dell’Isola, che al contrario parlano di sostenibilità, di storia, di cultura, paesaggi, archeologia, di agroalimentare, di energia pulita, di dieta mediterranea come stile di vita, di turismo e di pesca».

Per questo, con in testa AnciSicilia, è stato presentato un ricorso al Tar del Lazio (Rg 11490/14) per fermare “Off-shore Ibleo”.

Nel frattempo Greenpeace da questa mattina è in azione presso la piattaforma Prezioso di ENI, al largo della costa siciliana di Licata, per dire NO alle TRIVELLE che minacciano i nostri fondali.

Con l’appoggio della nave Rainbow Warrior, a bordo di gommoni, una decina di attivisti ha scalato la piattaforma con un messaggio rivolto al Presidente del Consiglio Matteo Renzi, che con il suo decreto “Sblocca Italia” sta di fatto promettendo “Più trivelle per tutti”: BASTA FONTI FOSSILI, IL FUTURO E’ RINNOVABILE!


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