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“No boss, no business”? La sfida “olacratica” di Zappos

Creato il 02 novembre 2015 da Propostalavoro @propostalavoro

“No boss, no business”? La sfida “olacratica” di Zappos

Può esistere un business senza gerarchie? 

La tradizionale catena di comando ha fatto il suo tempo?

Il team di Zappos, il popolare e-shop di abbigliamento di casa Amazon, sembra pensarla così: abolito il vecchio management, dimenticati i tradizionali job titles…

In una (nuova) parola, Olacrazia (letteralmente, il "governo del tutto"): così si chiama il nuovo modello aziendale, brevettato dall'ex-ingegnere software Brian Robertson nel 2007, che trae ispirazione dal concetto di olone - parte di un sistema complesso avente tuttavia una propria individualità – introdotto dal filosofo Arthur Koestler nel 1968.

Come funziona, in concreto, questo approccio?

Se le imprese old-style possiedono una struttura verticale ben riconoscibile, Zappos punta invece ad una costituzione multipolare, con più "cerchie" di lavoro comunicanti tra loro, ognuna avente pari dignità e potere decisionale, nonché una buona dose di autonomia: i ruoli sono definiti, ma non rigidi, mentre viene incoraggiata l'interazione peer-to-peer tra i membri dello staff, basata su regole chiare e condivise, senza "norme non scritte" in grado di generare imbarazzi e ritardi.

Un'organizzazione di questo tipo sarebbe, secondo i suoi fautori, una svolta auspicabile, persino necessaria, di fronte alle rapide trasformazioni del mercato globale: la maggiore flessibilità e rapidità, unito all'empowerment dei lavoratori, sarebbero garanzie di successo, continuo miglioramento, e senso di comunità.

Zappos, già in passato oggetto di curiosità per le sue trovate poco ortodosse, sembra voler proseguire nell'esperimento, iniziato nell'aprile del 2014; e il suo esempio sembra destinato a fare scuola, tanto da poter già annoverare tra gli emuli anche Medium, la nota piattaforma di blogging nata nel 2012 dal co-fondatore di Twitter Evan Williams.

Rivoluzione o utopia? 

Solo il tempo ce lo dirà; da parte nostra continuiamo a seguire la staordinaria avventura olacratica dello sfrontato e-shop di Las Vegas.

Andrea Torti


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