Stamattina l’Assemblea Regionale Siciliana ha messo in moto la macchina burocratica che dovrebbe annullare in maniera definitiva il progetto relativo al famoso ponte sullo stretto di Messina; i capitali stanziati dovrebbero essere reindirizzati al potenziamento delle infrastrutture siciliane bisognose di interventi di manutenzione e/o realizzazione.
Ho preferito mantenere il condizionale non per una questione di disincanto e sfiducia nei confronti degli enti competenti ma piuttosto per scaramanzia, credendo e sperando che questi famosi “capitali stanziati” vengano davvero e in toto “reindirizzati” dove serve senza che nei vari passaggi della trafila qualcuno ci infili le manine per prenderne una parte. Speriamo.
Quella del ponte sullo stretto di Messina è una faccenda che impegna da anni i siciliani in un rapporto d’amore e contemporaneamente odio nei confronti di un progetto che avrebbe potuto rilanciare l’immagine della Sicilia e dell’Italia tutta ma che, considerazioni realistiche alla mano, sarebbe stato una soluzione insufficiente ai problemi di viabilità del paese.
Basta considerare lo stato in cui versa da decenni l’autostrada Salerno-Reggio Calabria e le condizioni delle autostrade siciliane per far storcere il naso e dire:” Ma che ce ne facciamo di un costosissimo ponte futurista sullo stretto se poi prima e dopo il suddetto le strade fanno schifo?”