Dagli acerbi ma interessanti esordi della trilogia Shades of Deep Purple, The Book Of Taliesyn e Deep Purple, via concerto for group and orchestra, il salto verso l'hard rock archetipico e quasi perfetto (nel suo genere), con dischi monumentali della portata di In Rock e Made in Japan, nonché il sorprendente Burn. Non parliamo degli episodi meno riusciti, delle reunion, degli interminabili tour, delle avvincenti improvvisazioni e delle sfiancanti liti.
Raramente i deep purple hanno sfoggiato velleità "sperimentali", in compenso, pur con innegabili derivazioni, hanno stabilito una cifra stilistica e creato un sound. Lord, partendo da Bach e dai Vanilla Fudge, è riuscito a intraprendere un dialogo spesso entusiasmante con Blackmore prima, con Morse poi.
Lo vidi nel 1998 dal vivo: ricordo una prestazione stellare e un interplay incredibile tra lui e Morse, che giocavano, visibilmente divertiti, a sfuggirsi e rincorrersi continuamente. Traspariva pura gioia del suonare -to play-, energia, fantasia, potenza. Per me, è ancora vivo.