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No me dejas veerlo

Creato il 13 aprile 2013 da Marcopress @gabbianone

«I made a move I’ve made a million times, and (the Achilles) just popped».
L’infortunio di un campione è sempre epica (non a caso quando il crociato del gabbianone evaporò non eravamo in una squallida palestrina di campagna ma nell’eterno Malignani). Lo è, epica, tanto più quando si spezza il tendine d’Achille.
Capita a Kobe Bryant, stavolta. L’unico vero dopo-Jordan. Vista l’età, potrebbe essere the end. Terribile notizia dal campo nemico che serve almeno a farmi recuperare questo memorabile pezzo del Maestro. Maestro che diceva spesso «Homo longus rare sapiens», ma di Kobe avrebbe di sicuro apprezzato l’agonismo.

Tentò di rinascere un’ennesima volta e il miracolo pareva già riuscito ancora. L’ha poi stroncato il destino. “No me dejas veerlo”, implorava García per Ignacio riverso nel suo sangue. Io vorrei solo che degli eroi autentici non si guastasse mai il ricordo.
L’uomo Riva è un serio esempio per tutti. Il giocatore chiamato Rombo di Tuono è stato rapito in cielo, come tocca agli eroi. Ne può discendere solo per prodigio: purtroppo la giovinezza, che ai prodigi dispone e prepara, ahi, giovinezza è spenta.



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