Magazine Diario personale

No one’s gonna catch you when you fall

Da V

Oggi è una di quelle giornate in cui ti chiedi se davvero le cose inizieranno a cambiare prima o poi. Piove. E questo dice tutto. Ogni goccia rappresenta una lacrima che ho trattenuto,ingoiato riluttante. Lasciano uno strano sapore le lacrime non piante,un sapore di vuoto.

Dopo una cariera scolastica sempre impeccabile,si,sono indietro con gli esami. E si,è indubbiamente colpa mia. Ma sto cercando di rimettermi in carreggiata,senza nessun aiuto. Anzi,con te che mi ostacoli. Che mi offendi,offendi la mia intelligenza (quando tu sei sempre stata una studentessa e una lavoratrice mediocre) e mi affondi,mi tiri sempre più giù. La cosa veramente straordinaria è che io sta mattina ero contenta, ero finalmente contenta,nonostante tutto,dopo non so quanto. Ero contenta di me stessa.

Ma anche per te non sono mai stata abbastanza. Perchè io dovrei fare tutto: essere una studentessa modello,lavorare,pulire casa,andare in palestra (palestra che lei nonostante gli anni passati a dirmi che sono grassa non vuole pagarmi perchè secondo lei 150 euro per 15 mesi sono troppi e avrei dovuto farne 6 a 100),farle le commissioni,non uscire la sera così può uscire lei. Tutto questo litigio è nato appunto dalla questione palestra. Dice che sono sempre dietro a chiedere soldi. Vi assicuro che gli unici soldi che le chiedo sono per lo sport e per le tasse univesitarie. Vestiti,qualsiasi tipo di prodotto per corpo/capelli me li compro da sola,oggetti costosi come possono essere un pc o un telefono o anche un viaggio cerco di farmeli regalare per compleanni e festività varie. Favori non li chiedo,perchè tanto lei favori non ne fa. Lei ti dice di fare cose,ti rompe l’anima sino a quando non cedi. Quando le fai o non le fai bene (allora perchè cazzo non te le fai tu?) oppure non le puoi più fare perchè magari ostacolano i suoi programmi.

Lavora otto ore al giorno. Abbiamo mio nonna che ci aiuta,la donna delle pulizie una volta a settimana,lei va alla spa,ai corsi di latini,a pilates. Questa estate è andata una settimana in Sardegna,una in montagna e due in Grecia. E non è contenta,perchè è stressata perchè “ha troppe cose da fare!”. Ed è colpa mia che non faccio nulla. Lei alla mia età,santa donna,era sposata,lavorava in estate e studiava. Già. Peccato che abbia due divorzi alla spalle (senza considerare che non si sa tenere un uomo neanche ora), un lavoro che odia e una laurea prticamente inutilizzata.

E quindi ho passato il pomeriggio con un mal di pancia atroce,l’aria che faticava ad entrare nei polmini e i miei occhi che leggevano venti volte la stessa frase senza capire nulla. E quindi,tra una fitta allo stomaco e l’altra,pensavo. Pensavo che potrei lasciare l’università,trovarmi un lavoro da commessa e a tempo debito fare la mamma. Oppure potrei andare in tribunale e far si che i soldi che mio padre le dà per il mio mantenimento li riceva direttamente io.In questo modo potrei andarmene da qui,respirare ancora.

Respiro solo quando lei non c’è. Il resto del tempo, apnea. E a volte non so nemmeno più se spero di respirare ancora o mai più.

E lo so che è brutto,ma dentro di me sta crescendo un odio incredibile. Che mi intossica. Ce l’ho con lei per i rimproveri costanti e inutili,per essere sempre il capro espiatorio. Ce l’ho con lei per non aver mai fatto la madre,ma sempre l’antagonista. Sempre in competizione. Lei che vuole avere vent’anni e non mi lascia vivere i miei. Lei che viene a piangere da me,ma non ha mai visto i segni del mio malessere. Lei che mi rubava lo Xanax invece di chiedersi perchè me ne imbottivo.

Devo andarmene da qui. Si deve rinunciare ai sogni,a volte,per essere liberi.

V.

 



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