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Così, se il forzuto e quasi invulnerabile Jim scalpita per diventare una sorta di supereroe aiutato dall'amico procuratore George, sua moglie Stephanie cercherà di sfruttare la sua acquisita supervelocità per passare più tempo con la famiglia, mentre i giovani Daphne e J. J. dovranno imparare a gestire le loro abilità in relazione al periodo più difficile delle loro vite: l'adolescenza.
Ma una partenza discreta, anche se spinta da superpoteri, non può salvare un'intera serie se alla stessa mancano logica e sostanza.
Avevo già parlato, qualche mese fa, di No ordinary family, progetto che vedeva tornare alla carica sul piccolo schermo Michael Chicklis e Julie Benz dopo i fasti di The shield e Dexter.
Ricordo che il pilota, in quell'occasione, non mi parve affatto male nell'ambito dei serial d'intrattenimento senza pretese, e che lo archiviai come una delle possibili sorprese di questa stagione.
Purtroppo, come altri prima di lui - Heroes su tutti -, anche No ordinary family ha ceduto - e piuttosto rapidamente, occorre ammetterlo - alla carenza di logica e ai tentativi disperati di rendere necessariamente accattivante una serie che, a conti fatti, accattivante non era per nulla.
Idee sulla carta potenzialmente buone sono state irrimediabilmente e da subito sprecate, ed il tono e l'atmosfera generali non hanno trovato un'identità precisa - fosse essa drammatica, o virata alla commedia -, e spesso, con il passare delle puntate, il dubbio che si assistesse ad una qualsiasi sit com in famiglia con l'aggiunta dell'elemento superumano - peraltro sfruttato poco e male - è clamorosamente divenuto una granitica certezza.
A partire dall'inserimento nel cast del personaggio di Victoria, inoltre, la piega presa dallo script è divenuta quantomeno ridicola, sfociando nel progressivo, assurdo coinvolgimento di tutti i protagonisti - più o meno importanti - della serie in vista della chiusura anticipata annunciata a una manciata di puntate dalla conclusione di quella che, sulla carta, avrebbe dovuto essere soltanto la prima stagione.
Un'occasione sprecata, dunque, ma anche la conferma di quanto, sul piccolo come sul grande schermo, la qualità e l'inventiva siano elementi determinanti per il successo dei prodotti finiti, che anche nell'ambito dell'intrattenimento necessitano di spessore come fosse aria per non chiudere in apnea o implodere in se stessi: in questo senso, opere come Misfits, Lost o Mad men dovrebbero essere d'esempio a chiunque possa pensare che basta arrangiare un set precario e protagonisti riconoscibili per confezionare un serial destinato a durare.
Il contrario di No ordinary family, che ci saluta prematuramente dopo essere stato tutto fuorchè straordinario.
Onestamente, non ne sentiremo la mancanza.
MrFord
"We're just ordinary people
we don't know which way to go
cuz we're ordinary people."
John Legend - "Ordinary people" -
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