Non è il famigerato ponte sullo Stretto, non è una centrale nucleare e non è nemmeno un miserrimo termovalorizzatore, è soltanto una galleria. E comunque non la faremo. Come grandi opere ci accontenteremo di ospedali abbandonati, tangenziali sopraelevate che non portano in nessun dove, monumentali fabbriche di niente, superstrade incomplete ed eterni cantieri. Tutte opere, costate miliardi, di cui il nostro paese è disseminato, senza che si sia mai visto un black-block in giro ad abbozzare una seppur timida protesta.
Niente tunnel, insomma. Le persone se ne stiano a casa loro, così non si inquina e si risparmia energia. Gli unici che potranno liberamente muoversi saranno i no-global (il movimento più globalizzato del pianeta), pronti a intervenire in ogni parte del mondo in difesa del diritto di essere contro qualsiasi cosa. Speriamo almeno che, per coerenza, si spostino arrampicandosi sulle montagne, senza utilizzare antiecologiche e antidemocratiche gallerie per passarci sotto.
04 luglio 2011