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No taxation without representation.

Creato il 26 giugno 2012 da Mauro @2tredici
Al vertice di Bruxelles di giovedi prossimo i Capi di Stato e di Governo dell’Unione Europea potrebbero decidere che la Commissione UE abbia la facoltà di intervenire sui bilanci dei singoli Stati membri, addirittura riscrivendoli, allorchè vi siano presunte violazioni delle norme comunitarie sul deficit e sul debito pubblico.Lo sostiene il Financial Times.Se fosse vera (e probabilmente lo è), la notizia segnerebbe il definitivo de profundis per la democrazia parlamentare che noi conosciamo: un organo non eletto dai cittadini (la Commissione UE) potrebbe modificare i bilanci approvati dalle Assemblee Rappresentative Nazionali (i Parlamenti).Cadrebbe il principio che segnò gli albori del costituzionalismo europeo ed americano: NO TAXATION WITHOUT REPRESENTATION (nessuna imposta o tassa può essere introdotta senza il consenso dei rappresentanti del popolo).E non se la passerebbe troppo bene nemmeno l’art. 23 della nostra Costituzione (“Nessuna prestazione personale o patrimoniale può essere imposta se non in base ad una legge”).Tutto ciò in nome di una ottusa politica economica recessiva che sta conducendo l’Europa alla rovina.Ma è questa l’Europa che vogliamo?Che avesse ragione l’eurodeputato britannico Nigel Farage nel suo ormai celebre discorso al Parlamento Europeo del 16 novembre 2011? Ecco cosa disse Farage ai componenti della Commissione UE presenti in aula: «Eccoci qui, sull’orlo del disastro economico e sociale, e in questa stanza oggi abbiamo quattro uomini che dovrebbero essere responsabili. Eppure abbiamo ascoltato i discorsi più insipidi e tecnocratici di sempre: state tutti negando. L’euro è un fallimento sotto tutti i punti di vista. Di chi è la colpa? Chi è che ha in mano il vostro destino? Ovviamente la risposta è: nessuno di voi. Perché nessuno di voi è stato eletto. Nessuno di voi ha avuto la legittimazione democratica necessaria per arrivare ai ruoli che state attualmente ricoprendo. E in questo vuoto è arrivata Angela Merkel. Viviamo in un’Europa dominata dalla Germania, qualcosa che il progetto di Europa unita avrebbe dovuto effettivamente impedire. Qualcosa che chi venne prima di noi ha impedito, pagando con il suo sangue. Io non voglio vivere in un’Europa dominata dalla Germania e neanche i cittadini europei lo vogliono. Ma ragazzi, siete voi che lo avete permesso. Perché quando Papandreu decise di chiedere un referendum, lei, signor Rehn, parlò di “violazione della fiducia”, e i suoi amici si sono riuniti qui come un branco di iene, hanno circondato Papandreu, lo hanno cacciato via e rimpiazzato con un governo fantoccio. Che spettacolo disgustoso. E non ancora soddisfatti, avete deciso che Berlusconi se ne doveva andare. Quindi fu cacciato e rimpiazzato con il signor Monti, ex commissario europeo, anch’esso architetto di questo euro-disastro. Un uomo che non era neanche membro del Parlamento. Sta diventando come un romanzo di Agatha Christie, dove cerchiamo di indovinare chi sarà il prossimo ad essere fatto fuori. La differenza è che sappiamo benissimo chi sono gli assassini: dovreste essere ritenuti responsabili per ciò che avete fatto. Dovreste essere tutti licenziati. E devo dire, signor Van Rompuy, che 18 mesi fa, quando la incontrai per la prima volta, mi sbagliai sul suo conto. Dissi che avrebbe ucciso silenziosamente la democrazia degli stati-nazione, ma non è più così, lo sta facendo molto rumorosamente. Lei, un uomo non eletto, è andato in Italia a dire: “non è il momento di votare, è il momento di agire”. Cosa, in nome di Dio, le dà il diritto di dire al popolo italiano cosa fare?».

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