… tutto, ma la Profezia di Celestino no!
Cadeau volante del redivivo spacciatore di libri antichi, accettato dalla sottoscritta con un sorriso falsissimo (credo proprio se ne sia accorto…).
L’unica cosa interessante è che è in inglese.
… Ah no, c’è dell’altro: arriva da una signora di origini americane che ha passato la sua vita qui, nel paesello, leggendo libri di filosofia spicciola sul buon vivere (Celestino docet). Ora, a settanta e rotti anni, è stata forzatamente riportata in patria, dove trascorrerà gli ultimi giorni in un ospizio. Tutti i suoi libri sul buon vivere – tanti, tantissimi – sono stati dispersi tra parenti, amici e discarica, come spesso accade a chi è anziano.
Pensa un po’: uno passa la vita a cercare di capire come funzionano le cose, a tentare di stare bene con sé e con gli altri; e quando l’ha capito… via, dritto in ospizio. Con la speranza neppure troppo nascosta di dimenticarsi di tutto, di tutti e… anche di se stessi. Tanto il mondo ti dimentica comunque, una volta che sei finito lì dentro.
Avrei voluto conoscerla, questa signora americana.
Vabè. Diamogli asilo, al Celestino inglese.
Si troverà benissimo accanto al mio Celestino italiano – sì, cara signora americana, ce l’ho anch’io una Profezia di Celestino nella libreria; ma temo di non aver mai superato le prime dieci pagine…