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No Title Gallery: un progetto artist-centered

Creato il 20 ottobre 2014 da Arscreativo

No Title Gallery: un progetto artist-centered
ARSENALE CREATIVO

Qualche giorno fa, ho avuto il piacere di incontrare Ester Baruffaldi, parte del dinamico team che si cela dietro No Title Gallery, un progetto nato nel 2011 a Venezia con l’obiettivo di costruire un network di soggetti di vario tipo, attivi nel mondo dell’arte contemporanea, che dia visibilità a giovani artisti e offra loro spazi e occasioni di interazione con il pubblico. Tra un caffè e un cappuccino, Ester mi ha raccontato come è nato e cresciuto il loro progetto e abbiamo scambiato qualche opinione sull’arte contemporanea.

Come è nato il gruppo di persone che ha dato vita a No Title Gallery?

Siamo tutte persone provenienti dal mondo dell’arte. Abbiamo avuto modo di lavorare insieme in altri contesti, ma siamo anche amici. Quello che ci lega, alla fine, è il sentimento di una squadra che crede nelle capacità di ogni suo membro e credo sia questo ciò che ci ha permesso di costruire e portare avanti il nostro progetto.

Il nostro team si divide tra attività comunicativa e curatoriale: sotto la direzione creativa di Francesco Ligeri (fondatore di No Title Gallery) vi sono Paola (curatrice) e la sorella Carla, una grafica dalla creatività esplosiva. Io mi occupo della comunicazione (soprattutto dell’Ufficio Stampa) insieme a Lucia (Pubbliche Relazioni) e Stefania. Silvia, oltre a partecipare al progetto come curatrice, si occupa anche del nostro progetto editoriale – Pic(k)s – incentrato sulla fotografia e su un intenso scouting di artisti.

il team notitle

La squadra

In modo diverso, abbiamo tutti a che fare con il mondo dell’arte, per percorso di studi e per lavoro. Francesco è pittore e la sua idea curatoriale nasce anche e soprattutto dalla sua esperienza di artista. Tutti viviamo in un contesto artistico e abbiamo tutti studiato a Venezia, quindi conosciamo e viviamo la città con i suoi pro e contro, le sue bellezze e le sue difficoltà.

Come si concretizza il rapporto con le istituzioni con cui collaborate? È difficile mantenere una visione coerente, pur lavorando con partner ogni volta diversi?

Noi cerchiamo sempre di preparare un progetto “a prova di bomba” e, allo stesso tempo, cerchiamo di avvicinarci a chi può essere interessato alla nostra visione. Chi collabora con noi sa che prenderemo possesso di uno spazio, per portarvi un prodotto completo, che va dal concept, agli artisti, fino all’allestimento. Si tratta di un lavoro a 360 gradi che richiede partner disposti ad accoglierci e a sposare i nostri intenti.

Ovviamente, si tratta sempre di un dialogo con le realtà che ci ospitano, e posso dire che i proprietari degli spazi che abbiamo utilizzato negli anni passati si sono mostrati spesso attenti e disponibili. Un caso particolare è legato alla collaborazione con il Cantiere Barche 14 di Vicenza, con cui abbiamo lavorato con reciproca soddisfazione l’anno scorso e  che a gennaio ospiterà la mostra finale del nostro concorso We Art.

Voi vi occupate di arte contemporanea, la quale spazia tra tecniche e discipline diverse. Nell’organizzare le vostre esibizioni, mescolate volutamente forme d’arte diverse oppure date spazio ogni volta a tecniche specifiche?

A partire dal concept, scegliamo artisti di vario tipo: artisti visuali, installatori, artisti del suono, ecc. Nelle nostre mostre vi è un percorso che passa dalla fotografia alla pittura, all’opera interattiva. L’esempio più interessante è Passengers, un’esibizione organizzata a Bassano nel 2012, in collaborazione con il collettivo street-art Infart. Abbiamo avuto l’opportunità di creare una mostra fortemente interattiva, in un contesto inatteso (una chiesa sconsacrata) in cui si sono alternati i lavori dei Gastrovisione, i quali realizzano arte che si mangia, l’antenna di Marco Ceccotto, che invitava il pubblico a produrre suoni, le incisioni di Roberta Feoli.

passengers

L’arte, purtroppo, è spesso considerata come qualcosa di distante, da ammirare da lontano, nelle sale dei musei. Noi vogliamo creare una comunione tra il pubblico e l’arte contemporanea, in questo essa è parte della vita quotidiana. Gli artisti sono persone come me e te, l’arte contemporanea è e deve essere parte della quotidianità e questo è l’aspetto che più cerchiamo di enfatizzare. Le reazioni sono sempre diverse, in positivo e in negativo, talvolta inaspettate, ma noi cerchiamo di andare sempre avanti, facendo cose sempre nuove, possibilmente migliori. Quest’anno, insieme a Roberta Feoli, abbiamo inaugurato dei laboratori alla Scuola Internazionale di Grafica,  durante i quali abbiamo coinvolto i bambini a fare il lavoro di Roberta, ovvero a lavorare con le maschere tipiche della cultura messicana, che rappresentano una costante nella sua attività artistica. Abbiamo anche mostrato loro come si fa un’incisione e la reazione è stata di meraviglia e avvicinamento entusiasta all’arte. Questo è un altro percorso che vogliamo proseguire: avvicinare i bambini all’arte contemporanea attraverso il dialogo con i nostri artisti.

C’è anche da dire che non sempre il rapporto con l’arte contemporanea è facile. Spesso è difficile per il pubblico capire qual è il valore artistico di un’opera, così come è difficile distinguere chi è artista da chi si proclama come tale. Qual è il tuo punto di vista?

Io lavoro con gli artisti, per gli artisti e spiegando gli artisti. L’opera d’arte vera e propria, secondo me, porta con sé un significato che il suo autore dovrebbe essere in grado di spiegare. Se l’artista è in grado di raccontare il proprio lavoro e trasmettere il senso che si cela dietro l’opera, allora possiamo parlare di arte, perché alla fine l’arte è comunicazione. Purtroppo l’arte non è sempre comprensibile; è un po’ come se ci mancasse il decoder per recepirne il messaggio e questo problema è dovuto alla mancanza di una vera educazione all’arte contemporanea.

Inoltre, è altrettanto vero che oggi sembra prevalere il valore dell’etichetta che ognuno si dà: noi siamo quello che diciamo di essere. “Sono un artista”, “sono un creativo, “sono un designer” – cerchiamo di trovare il nostro posto nel mondo e la nostra identità attraverso un’affermazione, ma questo non basta. Gli artisti che noi selezioniamo sono in grado di raccontarti la storia e il perché del loro modo di fare arte, solo che non sono tutti capaci di valorizzarsi quanto dovrebbero ed è vero che talvolta si resta affascinati da personaggi istrionici capaci di “vendersi” molto bene, mentre oltre al personaggio è necessario guardare la sostanza.

Quali sono i vostri progetti per il futuro? Pensate di restare in Veneto o di espandervi ad altre aree d’Italia?

Noi ci stiamo espandendo! Abbiamo sempre cercato di farlo e in questo momento abbiamo in cantiere diversi progetti. Il 12 dicembre inauguriamo a Milano una mostra collettiva, in collaborazione con l’Anonima Artisti. Gli artisti partecipanti saranno invitati ad esporre due opere, una relativa agli inizi di carriera, e l’altra molto recente, così da mostrare se e quanto sono rimasti fedeli ai propri principi. Il titolo della mostra, infatti, è “Avevo dei Princìpi”.

avevo dei principi

A fine gennaio saremo a Vicenza, per la mostra dei vincitori del nostro concorso We Art. Fino al 30 novembre è possibile partecipare con un massimo di tre opere diverse. Le categorie sono cinque (pittura, grafica, street art, sound art, fotografia, videoarte, scultura e installazione) ed ognuna sarà presieduta da giurati con esperienza nella disciplina. I partecipanti saranno giudicati principalmente sulla base della qualità, ricerca, originalità e contemporaneità dell’opera e i finalisti saranno invitati ad esporre i propri lavori alla mostra conclusiva a gennaio 2015. (Per maggiori informazioni sul concorso, potete consultare direttamente la pagina dedicata)

E poi stiamo lavorando su un progetto multidisciplinare per l’anno prossimo, dal titolo “About New Ideas”, dedicato all’idea quale materia prima dell’arte, ma anche del design e dell’architettura. Ci teniamo moltissimo e ci stiamo mettendo anima e corpo.

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Photo Credits: Pagina Facebook di No Title Gallery

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