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No vuol dire no

Da Bambolediavole @BamboleDiavole

Esistono  uomini che non riescono a capire il rifiuto di una donna e che nella maggior parte dei casi lo vedono come un gioco, come se una donna giocasse a fare la difficile.

no vuol dire no

Una nostra lettrice ha voluto condividere una sua esperienza e le sue riflessioni a riguardo: 

Recentemente mi sono successe due cose che, a mio avviso, si possono rassomigliare, anche se sono due fatti molto diversi: mi sono sentita immobilizzata. Umiliata. Manipolata, frustrata e inibita.

Una mattina ho preso l’autobus per andare ad una visita con un nuovo fisioterapista. Non essendo mai stata allo studio, nel recarmi con l’autobus ho gentilmente chiesto al conducente di avvertirmi se mi avesse potuta avvertire quando fossimo arrivati nei pressi dell’ASL; lui mi ha risposto che lo avrebbe fatto, e, chiacchierando del più e del meno, l’uomo ha iniziato a farmi delle avances. Non spinte, intendiamoci, ma inequivocabilmente delle avances: ma lei è molto simpatica, ma che cosa studia, che lavoro fa, (poi, passando immediatamente al tu): ma dove abiti, cosa fai la sera, vediamoci per un caffè.

Io, inizialmente stupita, ho poi iniziato ad infastidirmi: gli ho risposto molto esplicitamente che non avevo nessuna intenzione di andarmi a prendere un caffè con lui. SENZA ESPLICARE PERO’ UN MOTIVO.

Proprio per la mancanza di una motivazione plausibile, l’uomo ha cominciato a diventare ancora più pressante: “ma perché non vuoi, ma sono tanto brutto ed antipatico, ma se abiti lontano ti vengo a prendere in macchina, se lavori usciamo un sabato, e via dicendo”.

Alla fine mi sono infastidita per davvero (e ad un certo punto mi stava anche montando un po’ di panico, vista l’estenuante insistenza del conducente e visto che, all’inizio dei nostri convenevoli, gli avevo anche rivelato dove abitavo), e gli ho risposto, seccata, che la doveva smettere di importunarmi.

Il tizio ha taciuto e manco mi ha avvertita quando siamo arrivati alla mia fermata.

Durante la visita (che ho dovuto fare in ritardo grazie al nostro amico conducente), riflettevo su questo fatto: mi dicevo, cretina, ma potevo pur dirgli che ero fidanzata. Se gli avessi, da subito, rivelato l’esistenza di un compagno, non mi avrebbe fatto tutte quelle avances.

Ma subito dopo mi sono detta anche: Ma perché!?

Perché dovevo dirgli che avevo già un uomo per essere lasciata in pace? Ma non bastava un esplicitissimo NO?

Dovevo per forza dirgli che ero fidanzata, che appartenevo già ad un altro, che ero già sotto la proprietà di un altro uomo, così il conducente non avrebbe mai osato chiedermi di uscire.

Proprio qui sta l’errore. Io ho volutamente omesso l’esistenza del mio ragazzo, mentre quest’uomo mi chiedeva di uscire, perché non volevo essere lasciata in pace per via del mio ragazzo: volevo essere lasciata in pace semplicemente perché LO VOLEVO, perché avevo espresso la mia volontà, perché ero stata chiara ed esplicita nel mio negarmi.

Trovo ABERRANTE che ancora, e ancora, e ancora dobbiamo essere schiave di subdoli meccanismi di questo tipo.

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