8 aprile 2015 Lascia un commento
Qualcosa pero’ nel messaggio non e’ chiaro e Noe’ intende il diluvio come fine dell’uomo e non e’ facile da far accettare come idea ai propri figli, sia al maggiore che sta per diventare padre, sia al secondo che nel passaggio tra bambino e uomo, ha bisogni che un padre dovrebbe capire.
Dall’altra parte, quella degli uomini, qualcosa si inizia ad intuire e il re di Noe’, il re terreno s’intende, s’aggrappera’ alla vita con tutte le sue forze, arrogandosi il diritto di prescelto da Dio che vuole e deve continuare a vivere.
Il resto e’ noto. Fino ad un certo punto…
Con Aronofsky fu letteralmente amore a prima vista. Dopo tre minuti di "Pi Greco" ero soggiogato e alla fine di "Requiem for a dream" sapevo che sarebbe stato per sempre. Sono stato forse tra i due o tre che si e’ commosso ed entusiasmato con "The fountain" e insomma, non dubitavo che "Noha" sarebbe stato un gran film e cosi’ e’ stato.
Non so quanto Aronofsky sia ebreo praticante ma le tematiche religiose non mancano sin dai suoi esordi e ha dimostrato di saperle trattare. Per cio’ che mi riguarda, le critiche in merito alla lontananza del film dalla Genesi sono sterili e infondate. Sappiamo o dovremmo sapere che i precetti e le narrazioni all’interno delle Sacre Scritture non sono da prendersi alla lettera. Parole per uomini di migliaia di anni fa, in eta’ moderna sono una guida, non un vincolo e con "Noah" Aronofsky fa esattamente questo: racconta la medesima storia con le parole degli uomini del terzo millennio evitando di seguire pedissequamente la Parola pur esprimendola nel pieno del suo vigore. Oggigiorno abbiamo sotto gli occhi cosa accade quando luridi animali prendono alla lettera i testi sacri, percio’ il regista dimostra intelligenza e saggezza con la sua scelta e comunque e’ da ammirare come sia possibile trasformare in formidabile avventura un racconto tutto sommato molto semplice.
In questo gli sono di grande aiuto i protagonisti: Russell Crowe in particolare, attore superbo dall’unica colpa, almeno per cio’ che mi riguarda, di non aver interpretato pellicole memorabili, qui volto e corpo dell’umanita’ degna di essere salvata. Non di meno e’ Jennifer Connelly, splendida donna e ancora piu’ splendida attrice che in entrambi i ruoli non vede declino. Assieme al regista tanti anni dopo "Requiem for a dream" ed e’ bellissimo.
Le uniche delusioni, ma parliamo di inezie, gli effetti speciali della IL&M efficaci solo a tratti, o forse allineati ai soldi che gli hanno dato e le musiche di Clint Mansell, meno espressivo del solito, forse perche’ ci ha abituati a performance straordinarie.
Bando agli integralismi, "Noah" e’ un gran film.