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Nobel per la letteratura 2014: tra i soliti nomi, il keniota Thiong’o è il favorito

Creato il 06 ottobre 2014 da Leggere A Colori @leggereacolori

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Poco più di un secolo fa, nel dicembre del 1896, moriva l’inventore della dinamite e insieme dei grandi premi letterari, lo svedese Alfred Nobel, che con la sua prima scoperta si rese responsabile della morte di tanti uomini (durante un esperimento uccise anche il fratello e privò delle gambe il padre) mentre con la seconda invenzione espiò le sue colpe non volendo lasciare ai posteri una cattiva memoria di sé. Alfred sottoscrisse così il suo celebre testamento con il quale istituiva quei riconoscimenti che oggi sono noti come premi Nobel, onorificenze di valore mondiale attribuite a persone che hanno apportato considerevoli benefici all’umanità in svariati ambiti (letteratura, medicina, fisica, chimica, economia e infine Nobel per la pace). I premi, la cui prima assegnazione risale al 1901, ancora oggi vengono generalmente conferiti nel mese di ottobre e la cerimonia di consegna si tiene a Stoccolma presso il Stockholm Concert Hall il 10 dicembre, anniversario della morte del fondatore.

La penisola italiana si è già impadronita di sei premi Nobel grazie a vecchi ma ancora lucenti diamanti della letteratura quali Carducci, Deledda, Pirandello, Quasimodo, Montale e Fo, e adesso concorre per il settimo trofeo. Anche quest’anno la proclamazione del nuovo Nobel per la letteratura è imminente e avverrà in una ancora ignota giornata del mese corrente. Nell’attesa di una data precisa si intrecciano numerose ipotesi, proliferano i sondaggi tra gli esperti ed incrementa l’attività dei bookmakers, ovvero di coloro che si occupano della registrazione di scommesse. Ed è subito toto-Nobel: ecco i pronostici dei bookmakers.

Tra i meno favoriti dei comunque papabili trionfatori proprio due scrittori italiani, ambedue quotati 33 a 1 (per gli inesperti: più il primo numero si avvicina al secondo maggiori sono le probabilità di vincita dello scrittore e minore la quota vinta da chi scommette). Si tratta dell’autore de Il nome della rosa, Umberto Eco, attualmente professore emerito e presidente della Scuola Superiore di Studi Umanistici dell’Università di Bologna, e di Dacia Maraini, scrittrice, poetessa e saggista appartenente alla cosiddetta “generazione degli anni trenta”.

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A pari merito sono anche tre scrittori la cui vittoria è data 16 a 1. Il primo di questi è Philip Roth, tra i più noti e premiati scrittori statunitensi della sua età e ritenuto tra i più importanti romanzieri ebrei di lingua inglese. È conosciuto per il suo racconto lungo Goodbye, Columbus ma è diventato famoso con Lamento di Portnoy, romanzo ritenuto da alcuni scandaloso poiché intreccia manie, tic e morbosità sessuali del protagonista che è alla disperata ricerca di una banale normalità. Il secondo è Milan Kundera, scrittore ceco che ha però acquistato la cittadinanza francese. Nella sua vita si è occupato di poesia, teatro, romanzi, racconti, articoli e saggi. L’insostenibile leggerezza dell’essere, suo capolavoro scritto nel 1982 e pubblicato due anni dopo, descrive la vita di artisti e intellettuali cecoslovacchi nell’arco di tempo che va dalla Primavera di Praga all’invasione da parte dell’URSS. La storia si focalizza sul gruppo noto come il Quartetto di Kundera, composto dal chirurgo Tomáš, la sua compagna Tereza (una fotografa), la sua amante Sabina (una pittrice) e un altro amante di Sabina, Franz (un professore universitario). E infine Adonis, pseudonimo di Alī Ahmad Sa’īd Isbir, poeta e saggista siriano che firma le sue opere con il nome del dio di origine semitica. Adonis è stato attivissimo nel dibattito politico-culturale, estetico e filosofico. È tra i fondatori del gruppo Tammuzi, nome che deriva della divinità babilonese, appositamente per sottolineare la volontà di una rinascita della cultura araba ma in chiave moderna. Vincitore di diversi premi, è stato più volte candidato al Premio Nobel per la letteratura.

Joyce Carol Oates, la cui vittoria è data 12 a 1, è nota per essere uno degli scrittori americani più produttivi. È infatti autrice di circa cento libri: più di quaranta romanzi, una decina di opere teatrali, sedici volumi di saggi, dieci raccolte di poesie nonché libri per bambini e numerose raccolte di racconti e di articoli pubblicati su riviste. Joyce Carol figura anche tra i compilatori del Futuro dizionario d’America, una vasta opera che ridisegna in chiave satirica il lessico praticato negli USA. Ex aequo con la Oates c’è Jon Fosse, scrittore e drammaturgo norvegese considerato uno dei cento geni viventi. Per i suoi meriti letterari gli è stato concesso di risiedere nella residenza reale di Grotten, in Norvegia.

Ismail Kadare, Assia Djebar e Svetlana Alexievich sono quotati 10 a 1. L’opera letteraria dello scrittore albanese Ismail è molto varia, ma i suoi contributi maggiori sono nel campo della poesia e del romanzo. Mentre Assia Djebar, pseudonimo di Fatima-Zohra Imalayène è una scrittrice, poetessa, saggista, regista e sceneggiatrice algerina femminista, ritenuta uno dei più influenti scrittori nordafricani e nelle cui opere si occupa prevalentemente della condizione della donna in Algeria. La giornalista bielorussia Alexievich, invece, ha scritto libri sui principali eventi dell’URSS: La guerra non ha un volto di donna (sulle donne nella seconda guerra mondiale), Ragazzi di zinco (sui reduci della guerra in Afghanistan), Incantati dalla morte (sui suicidi in seguito al crollo dell’Unione Sovietica), Preghiera per Cernobyl’ (sulle vittime della tragedia nucleare). Questi ed altri libri le sono valsi importanti riconoscimenti e una fama internazionale. Perseguitata nel suo Paese perché accusata di essere un agente della CIA, attualmente Alexievich vive a Parigi.

A un passo dal trofeo è Murakami Haruki, scrittore traduttore e saggista giapponese. Haruki è autore di romanzi quali Norwegian Wood, L’uccello che girava le viti del mondo e L’incolore Tazaki Tsukuru e i suoi anni di pellegrinaggio, ultimo suo libro pubblicato nel 2013. Identificandosi nel suo personaggio Tsukuru, l’autore ha sostenuto, in una intervista rilasciata a Panorama, di sentirsi emarginato nella sua terra nipponica, nient’altro che un inapprezzato brutto anatroccolo del Giappone dove i suoi libri non riescono a scalare le classifiche. Eppure la sua vittoria è data 5 a 1.

Dulcis in fundo, lo scrittore attualmente più quotato dai bookmakers è Ngugi Wa Thiong’o, noto anche come James Ngugi, autore keniota di romanzi, poesie, opere teatrali e ritenuto uno dei principali scrittori della letteratura africana. Anche Thiong’o non ha un buon rapporto con il suo paese: s’è trovato ad avere seri problemi con la censura politica, è stato in esilio, in prigione ed è anche scampato ad un omicidio. Forse le difficoltà dello scrittore keniota raccolte nella sua vita sensibilizzeranno l’Accademia di Svezia e gli varranno il Nobel di quest’anno? Possiamo soltanto dire che al momento Thiong’o ha scavalcato Haruki e che la sua vittoria è data 4 a 1. Il Kenia sembra essere ad un passo dal trionfo letterario.

Antonio Puleri



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