Durante gli anni Novanta la scena heavy metal è stata invasa da album intrisi di tematiche “sword and sorcery” e ciò ha contribuito a rafforzare il legame già esistente con l’immaginario fantasy, cristallizzatosi nel tempo. I Noble Beast provengono dal Minnesota e suonano heavy metal melodico impreziosito da sezioni violente (“Master Of Depravity”), da fraseggi di chitarra dagli influssi US metal (“The Dragon Reborn”) e da ritmiche dal retrogusto viking, con un afflato evocativo per nulla disprezzabile, sentire “Disintegrating Force”. Rob Jalonen possiede la timbrica vocale adatta ad accompagnare in modo credibile i riff intessuti dalla chitarra di Matt Hodsdon e inoltre sa variare spesso registro (“On Wings of Steel”). L’unico brano in cui è possibile evidenziare dei cali di tensione (“We Burn”) soffre di una ripetitività non riscontrabile negli episodi successivi e non incide in modo significativo sulla riuscita di Noble Beast. Trattasi di un debutto rivelatore di una raggiunta maturità compositiva e testimone della tesi secondo cui per realizzare un album piacevole sia sufficiente tanta passione.
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