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Noemi Batki si racconta a 360 gradi su Olimpiazzurra!

Creato il 11 aprile 2012 da Olimpiazzurra Federicomilitello @olimpiazzurra
  
La squadra italiana di tuffi sarà una di quelle delegazioni su cui l'Italia punterà per ottenre qualche medaglia olimpica e da cui potrebbero venir fuori delle gradite sorprese. Una delle principali componenti della squadra è Noemi Batki, campionessa europea in carica dalla piattaforma 10 metri. Noemi si racconta in esclusiva ad Olimpiazzurra, partendo dagli inizi della carriera fino alle ambizioni olimpiche, senza tralasciare considerazioni sul futuro dei tuffi italiani e sulla sua vita privata dentro e fuori dall'acqua.
Grazie a tua mamma (grande tuffatrice ungherese) ti sei avvicinata al mondo dei tuffi: quando hai pensato di intraprendere la carriera in questo sport? Quanto sono importanti per te le tue radici ungheresi?
" Ho cominciato a frequentare la piscina dai 4 anni, accompagnavo occasionalmente la mamma che teneva i corsi. Verso i 6 anni, dopo molteplici tentativi dei miei genitori di farmi mettere la testa sott'acqua, mi sono lasciata finalmente convincere e ho potuto abbandonarmi alle gioie di questo sport. Fin da piccola la voglia e la passione è stata tanta, anche se solo dai 14 anni ho deciso di mettere corpo e anima in questo sport e tentare di inseguire il sogno olimpico.
Per quanto riguarda l'Ungheria è sempre stata parte di me, in quanto il mio sangue è magiaro, come tutta la mia famiglia d'origine, quindi è sempre una grande gioia gareggiare sia in Italia che in Ungheria, mi sento sempre a casa."
Quante ore ti alleni e come si svolge il tuo allenamento?
" Mi alleno tra le quattro e le sei ore al giorno, tutti giorni tranne la domenica. Generalmente le sessioni sono due, una la mattina ed una il pomeriggio, tranne due giorni alla settimana in cui abbiamo la possibilità di saltare mezza giornata. La prima parte dell'allenamento (interamente a secco) è composta dal riscaldamento muscolare, cioè un mix di corsetta, balzi, preatletici, stretching ed esercizi vari per metterci in moto, il tutto seguito da una parte di potenziamento, generalmente al mattino. A questo si aggiunge una parte tecnica, che in base alle necessità di ogni atleta, è composto da verticali, salti e rotazioni da terra per i piattaformisti oppure con lo strumento del tappeto elastico e o del trampolino a secco per i trampolinisti.  Solo dopo aver effettuato questa routine (che dura dall'ora all'ora e mezza) si entra in acqua. Partendo dall'esecuzione di semplici entrate di testa o dai "pennelli" (tuffi in piedi), si arriva ai salti più complessi, rimanendo in acqua per circa un'ora e mezza."
Quanto è difficile praticare tuffi in Italia? Hai mai pensato ad un' avventura in America come ha fatto la Cagnotto?
" In Italia ci sono ottimi impianti dove praticare l'attività l'unico problema è che ne esistono pochi. I centri strutturati per i tuffi a livello tale da poter garantire una buona preparazione si trovano a Bolzano, Trieste e Roma ai quali si aggiungono Bergamo e Cosenza, che dispongono di ottime piscine scoperte. Tutte le altre favoriscono un'attività promozionale, ma spesso le disponibilità degli spazi d'acqua e delle palestre attrezzate (se presenti) sono limitate perchè l'impianto tende a favorire il nuoto o comunque le attività più reddittizie.
Per quanto riguarda l'America si tratta di un'università della durata di 4 anni,  che offre la possibilità di allenarsi e gareggiare per l'ateneo in cambio di una borsa di studio, che permette all'atleta di studiare in loco. Il fatto è che questa esperienza è molto impegnativa, infatti comporta l'obbligo di frequenza e la necessità di superare gli esami in un tempo determinato, oltre all'obbligo di partecipare ogni week-end o quasi alle competizioni locali (a cui si aggiungono i rientri nel paese d'origine ogni qual volta si deve partecipare a gare di selezione per le competizioni internazionali).
La stessa Tania dopo un anno ha abbandonato la scuola e, mettendoci qualche mese a riprendersi e mettersi in forma, ha capito che quell'esperienza non faceva per lei. Io credo che se sei in cerca di nuovi stimoli e di un ampliamento dei tuoi orizzonti, l'America sia una possibile via, ma non è un'esperienza che fa per me, in quanto io ho bisogno delle mie libertà, del mio tempo per riposrami, cosa che non potrei fare in un college che ti impegna 20ore al giorno.
Ciò per cui io ho optato sono stati dei collegiali di periodi più brevi (un mese ciascuno all'incirca) in cui ho viaggiato, talvolta sola, per allenarmi in altri ambienti in momenti in cui era possibile ricercare nuovi stimoli. Ora nel periodo preolimpico mi godo il mio impianto e mi stabilizzo gli allenamenti alla ricerca di un'ottimizzazione degli spunti ricevuti."
Hai cominciato la tua avventura in Nazionale agli Europei Juniores del 2004 e subito sono arrivate le prime medaglie, cosa hanno significato per te questi primi traguardi?
" Le prime medaglie hanno rappresentato nuovi stimoli per me, che avevo abbandonato per una stagione i tuffi all'età di 13 anni, per poi riprenderli l'anno successivo. Avendo incominciato a provare i tuffi più difficili a 14 anni, quando ho vinto le medaglie li stavo eseguendo da un anno e poco più. Tutte le mie coetanee potevano vantare di una preparazione molto più completa, in quanto la costruzione dei tuffi a tale livello parte dall'eta di 10 anni, quindi io mi sono sempre trovata in condizioni di ritardo, ma grazie alle medaglie internazionali ed ai brillanti risultati, ho saputo recuperare il gap in fretta."
I primi anni di carriera sono caratterizzati dai successi individuali, ma soprattutto da quelli in sincro con  Francesca Dallapè: chi è per te Francesca?
"Io e Francesca abbiamo avuto la fortuna di trovarci e riuscire a creare un ottimo feeling che ci ha permesso di inserirci nel panorama mondiale con serenità, affiancandoci e sostenendoci a vicenda. La gara del sincronizzato ha rappresentato per noi un ottimo trampolino di lancio verso il mondo dei top, infatti in quei primi anni abbiamo mostrato la consapevolezza di noi stesse fino ad arrivare al passo successivo che ci ha portato dove siamo ora, lei ad affiancarsi a Tania Cagnotto ed io nell'affermarmi nell'individuale dalla piattaforma.
Francesca in primo luogo per me è un'amica e anche adesso ch ci vediamo più raramente, ci ritroviamo sempre molto volentieri e ci confidiamo tutti i nostri pensieri. Siamo cresciute insieme e non potremo mai rinnegare l'importanza del percorso svolto insieme, abbiamo camminato fianco a fianco alla nostra prima Olimpiade, condividendo gioie e dolori e questa è un esperienza che sono onorata di aver condiviso con lei."
Sei sempre stata un'ottima trampolinista sia da 1m che dai 3m: perchè hai smesso di saltare dal trampolino e dedicarti solo alla piattaforma?
" Nel nostro sport è veramente difficile essere competitivi in tutte le specialità contemporaneamente. Sono pochi quelli che ci provano e spesso il gioco non vale la candela. La stessa Tania ci ha provato per anni e, pur essendo lei un'atleta molto versatile e che dalla piattaforma non necessitava di tanto allenamento per ottenre buoni risultati, ha dovuto decidere di speciallizzarsi altrimenti non avrebbe raggiunto il massimo in nessuna delle due specialità. Personalmente io mi sento piattaformista, perchè è una competizione d'elite, ci vuole coraggio e bisogna essere tosti. Al trampolino mi dedicherò in una fase successiva; ora vorrei dare tutto quello che ho in questa specialità regina, che non smete mai di emoziarmi e gratificarmi ogni volta che sfioro la perfezione."
La tua consacrazione arriva nel biennio 2010-2011, prima con l'argento di Budapest e poi con l'oro di Torino sempre dalla piattaforma. A chi hai dedicato quella vittoria? Dopo quel successo è cambiato qualcosa nella tua vita di atleta?
" La vittoria di Torino l'ho dedicata alla mia mamma, nonchè mia allenatrice, perchè senza la sua pazienza e costanza con cui mi ha seguito tutti questi anni non sarei certamente arrivata a tagliare questi traguardi. Dopo quel successo è cambiato il mio ruolo nel panorama internazionale, infatti ora mi ritrovo sulle spalle una responsabilità maggiore rispetto a prima e sono diventata un'atleta su cui si punta e dalla quale ci si aspetta regolarità e ottime performance e questo ha cambiato, ovviamente, il mio modo di affrontare le gare."
  
   La gioia di Noemi sul podio europeo di Torino
Siamo nell'anno olimpico: la preparazione come prosegue? Le cinesi sono davvero imbattibili o credi nella medaglia?
"Quest'anno dobbiamo affrontare tre gare importanti, di cui la prima (la Coppa del Mondo a Londra) è già passata, seguita dagli Europei a Maggio e dalle Olimpiadi a fine Luglio. In base alla necessità abbiamo impostato una preparazione adeguata, così da affrontare ognuno di questi appuntamenti al top.
Le cinesi sono le atlete più forti, questo non è discutibile (e per fortuna ce ne sono solo due per specialità) ed in più ci sono anche altre atlete che rappresentano un'insidia al raggiungimento dei primi posti in classifica, in quanto se consideriamo il miglior stato di forma di tutte loro, per ora sono superiori a me. Ma si sa che nelle gare di tuffi non si può mai prevedere come andrà a finire, si può incappare in errori dovuti alla tensione ed io sicuramente punterò ad essere quella che ne approfitta."
Porterai lo stesso programma, che ti ha regalato l'oro di Torino, o hai in mente qualche variazione, magari un aumento di coefficiente in qualche tuffo?
" Sto lavorando all'nserimento di un tuffo con la verticale, ma sarà una scelta da valutare con attenzione, perchè il cambiamento di uno dei 5 tuffi di gara a pochi mesi dall'Olimpiade potrebbe rappresentare un elemento a sorpresa a mio favore, ma anche un rischio in più nei confronti di un programma gia consolidato."
Dopo Londra 2012 ti dedicherai di nuovo al sincro in coppia con Giorgia Barp?
" Io e Giorgia non abbiamo mai formato una coppia di sincro, purtroppo la mia proposta di intraprendere questa via non è mai stata messa in pratica. Quando non si vive nella stessa città e se non si hanno gli allenatori favorevoli a progetti di questo tipo, è molto dura prendere iniziative. Giorgia ha saputo accontentarsi del lavoro che stava svolgendo e oramai credo che la sua carriera stia volgendo al termine, perchè, da come mi ha raccontato, è pronta a voltare pagina.
Il sincro credo sia la più grande possibilità per un'atleta di emergere a livello internazionale, oltre al fatto che rimane una bellissima competizione da aggiungere all'individuale e per questo mi dispiace un po' che non ci sia per il momento nessuno in grado di affiancarmi in quest'esperienza dalla piattaforma."
Alle spalle tue, di Cagnotto e Dallapè pensi che ci sia qualche giovane che possa diventare brava?
" Ci sono alcune probabili future campionesse in Italia, il problema che alla loro età non sai mai fino a che punto sono disposte a lottare; quando il gioco si fa duro, non è da tutti riuscire a rimanere in gioco, dipenda dalla costanza ed indubbiamente dal talento. In campo femminile credo che mia sorella Estilla sia uno dei più grandi talenti italiani, mi auguro con tutto il cuore che lei sappia dare giusta importanza all'enorme dono che la vita le ha fatto."
C'è una tuffatrice che hai sempre ammirato e a cui ti sei ispirata?
" Ai tempi in cui mi dedicavo al trampolino cercavo di ispirarmi alla grandissima atleta cinese Guo JingJing, vincitrice incontrastata dai 3m fino a qualche anno fa, quando si è ritirata dall'attività agonistica. Ora è difficile trovare una persona che incarni queste qualità, in quanto generlamente le piattaformiste migliori hanno una struttura minuta e magrolina, ben diversa dalla mia, quindi mi risulta difficile parogonarmi a loro, anche perchè sono più giovani di me. L'unica ragazza che ho sempre ammirato e che mi ha sempre affascinato è la mia rivale, la russa Yulia Koltunova, che è appunto una tuffatrice molto elegante e tecnicamente precisa, quindi nonostante le differenze di struttura mi piacerebbe riuscire a muovermi un po' più come lei."
Fuori dal mondo dei tuffi, quali sono i tuoi hobby? Pratichi anche altri sport?
"Accanto ad un'attivita come questa non c'è spazio nè tempo per dedicarsi ad altri sport ed anche gli hobby sono limitati. Mi piace molto leggere e rilassarmi nel mio tempo libero, così come ritrovarmi con le amiche per un aperitivo o un gelato nel week-end. Ogni tanto ci scateniamo anche in discoteca e quando ci mettiamo d'impegno possiamo considerare la serata come un allenamento supplementare, infatti balliamo per ore e ore senza fermarci mai."
Quasi sicuramente la portabandiera alle Olimpiadi sarà una donna. Si fanno i nomi di Lo Bianco, Vezzali, Pellegrini. Tu chi vorresti? Hai qualche candidatura da fare?
" Sono molto contenta che l'onore questa volta tocchi ad una donna e non mi sento di proporre nessuna candidatura, perchè ci sarebbero tante grandi atlete che lo meriterebbero contemporaneamente. Deve essere bello venire considerati degni di tale investitura, perchè significa che la tua carriera è stata riconusciuta per quello che vale e credo che chiunque ottenga questo onore possa ritenere di aver donato al mondo grandissime emozioni e quindi abbia saputo dare un importante senso alla propria vita.
Andrea Ziglio

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