Magazine Diario personale

Noi col fiocco azzurro

Creato il 04 marzo 2011 da Manuelapeace

l_e379636223f94ff991e2f672e0ef62c71Quando era seduta al secondo banco, dalla parte del muro verdino e sotto una cartina dell’Italia politica, aveva i capelli castani lunghi, legati con un nastro rosa in una corposa coda di cavallo. Quando li portava sciolti aveva due mollette subito sopra le orecchie e un cerchietto con i fiorellini di feltro colorati.  Era timida e dolce, aveva una vocina squillante, un nome da romanzo d’appendice, ogni tanto piangeva  e a ricreazione scartava profumate fette di torta fatte in casa.

Allora avevamo una sola cosa in comune. Anche lei come me aveva il fiocco azzurro del grembiule un po’ molle, mica tronfio come quello della prima della classe.

Dopo quasi quarant’anni l’ho incontrata in un ventoso pomeriggio di febbraio. Bella e solare, con i capelli corti e quei suoi occhi da bambi sullo stesso, incredibilmente identico, visino da bambina. Stretta in un cappottino bianco, con la stessa voce che ricordavo, mi raccontava della sua vita  che non è stata affatto clemente con lei. E forse è proprio per questo che oggi è una donna forte e incrollabile, saggia e serena, ancora carica di entusiasmi e passioni. La ascoltavo parlare dei mariti, dei figli, dei suoi gatti, del suo lavoro-non-lavoro, dell’amore per la scrittura e di quelle sue mani un po’ magiche che sanno lenire, assorbire, riequilibrare  e curare i dolori altrui. Le nostre vite raccontate in un piccolo bar con il barista imbranato, davanti a due caffè, in  un pomeriggio imprevisto, in una ricreazione da adulte, come se ci fossimo salutate ieri, ognuna a riconoscersi nella vita dell’altra, amiche, o forse sorelle, come mai eravamo state.

Quelle con il fiocco azzurro indisciplinato hanno certamente una marcia in più.


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