Noi, con gli sguardi in alto verso il cielo, aspettiamo un giorno nuovo che oscuri il passato

Creato il 03 febbraio 2011 da Frankezze

Questo è il Paese dell’arte. Il Paese del buon cibo, del sole, della moda. Il giardino d’Europa.
La fucina intellettuale di splendori passati e di futuri impossibili.
Ma è anche il Paese della chiacchiera, della lamentela, del sono più furbo di te e del volemose bene.
Il Paese dei corsi e ricorsi.
Del non mi importa del domani, ché devo arrivare a fine giornata.
Delle bugie sentite e risentite. E sentite ancora. All’infinito.
Il Paese del si può stare peggio di così.
Del non ne abbiamo mai abbastanza.
Del… proviamoci ancora un po’, che forse hanno cambiato idea,
potrebbero non accorgersi di niente
diamoli la Tv, un po’ di calcio
gossip
qualche strappona…
E nel frattempo facciamo quel che ci pare, che bisogna pur sempre campare.
Ed è così che ci troviamo ancora una volta a parlare di referendum e di nucleare.
Ma non c’era già stato nel 1987?
E mica è passato così tanto tempo che dobbiamo farne un altro.
E Chernobyl? Che per caso qualcuno se l’è dimenticata?
Mah. Forse Chicco Testa se l’è dimenticato quel fatto là, visto che ha ideato un bellissimo spot sul nucleare leggermente – e dico leggermente – fuorviante. Una bella partita a scacchi in cui il bene e il male si sfidano, un po’ come succedeva nel “Settimo sigillo” di Bergman, dove un cavaliere sfida la Morte. Peccato che nello spot di Chicco la parte della morte sia toccata agli oppositori del nucleare.
Che sfiga.
In questo contesto tornano in auge i Giganti.
Ché a parlare di centrali nucleari e di bombe atomiche il passo è breve.
O, almeno, le conseguenze possono essere molto vicine.

Per cui, tutti in coro, intoniamo:

“Noi noi noi
non abbiamo più nessun amore
né una casa da difendere
dai mali del mondo”.

E ancora

“Noi non abbiamo paura della bomba
atomica, atomica, atomica
atomica, atomica, atomica!”.


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